LondraMeglio in affido ai servizi sociali che cresciuta come una sposa della jihad in una famiglia di estremisti. Perché instillare nella mente di una ragazzina la follia del Califfato è grave quanto una molestia sessuale. Uno stupro dell'anima, se non del corpo. È così che un giudice inglese ha motivato nei giorni scorsi la sua decisione di togliere ad una famiglia islamica la figlia sedicenne.
I servizi antiterrorismo l'avevano riacciuffata per un pelo, in dicembre, mentre a bordo di un aereo delle linee turche se ne stava volando in Siria per andare a combattere per la causa. L'avevano arrestata gli agenti inglesi e le avevano salvato la vita. «B», così la chiama il Daily Mail per proteggerne l'identità, aveva ammesso subito le sue intenzioni, ma allora i genitori si erano dimostrati molto collaborativi e tutti avevano pensato che quella figlia fosse una delle tante giovani musulmane, cittadine inglesi di seconda o terza generazione, che quasi quotidianamente tentano di lasciare il Regno Unito per unirsi ai combattenti dell'Isis.
Spesso i genitori scoprono soltanto alla fine una radicalizzazione tenuta segreta, nata tra le mura scolastiche oppure in un gruppo di amici. Di solito sono proprio le famiglie ad avvertire la polizia quando si accorgono che i figli potrebbero avrebbero preso una strada sbagliata ed è grazie alle loro informazioni che gli agenti riescono a fermarne qualcuno prima che sia troppo tardi. La storia di «B» però, è diversa. Dopo mesi di indagini e numerose perquisizioni nella casa di famiglia il giudice dell'Alta Corte Anthony Hayden ha stabilito che i principali responsabili della radicalizzazione della giovane sono gli stessi parenti e quindi è molto meglio che «B» non viva più con loro. Nel corso delle indagini gli uomini dell'antiterrorismo hanno trovato moltissimi documenti informatici che inneggiano alla jihad, una guida su come «sopravvivere in Occidente», istruzioni varie su come realizzare bombe e pianificare atti terroristici, orribili fotografie di decapitazioni.
Documenti simili sono stati ritrovati nel computer della ragazza, dei suoi fratelli e dei genitori stessi che - secondo quanto racconta il Mail - hanno ascoltato impassibili la sentenza in cui il giudice li definiva «genitori subdoli che hanno danneggiato la figlia psicologicamente ed emotivamente». Hanno sempre negato di essere in qualche modo responsabili della radicalizzazione di «B», affermando di aver fatto il possibile per tenere lontano i figli dalla propaganda dell'Isis. In base alla loro versione la figlia sarebbe riuscita a scaricare, a loro completa insaputa, perfino un manuale intitolato «44 modi per supportare l'Isis» che insegnava a eludere i controlli in aeroporto e che aveva una sezione riservata alle donne che viaggiano da sole verso la Siria. Il giudice però non ha creduto alle loro parole e oltre all'allontanamento della figlia ha anche ordinato che venisse tolto loro il passaporto.
La sedicenne, bravissima a scuola, è cresciuta nel problematico
quartiere londinese di Tower Hamlets ed è soltanto una delle tante ragazze di quest'area con la testa imbottita di propaganda omicida. «Il loro futuro è a rischio - ha detto il giudice - e lo Stato ha il dovere di proteggerle».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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