Tagliati i fondi alle vittime dei processi lumaca

Ridotti i rimborsi previsti dalla legge Pinto per chi subisce procedimenti troppo lunghi. Più difficile anche ottenerli

Tagliati i fondi alle vittime dei processi lumaca

Roma - I tagli del governo colpiscono anche chi si ritiene danneggiato dalla giustizia troppo lenta. Tutte quelle persone, che con i tempi biblici dei tribunali non sono poche, costrette ad aspettare per troppi anni, udienza dopo udienza, sentenze che tardano ad arrivare.

La legge Pinto consente a costoro di ottenere un'equa riparazione del danno patrimoniale e non patrimoniale subito dall'ingiusta durata di un dibattimento. Ma ora la legge di Stabilità prevede una stretta anche sui costi di questa legge. Per «razionalizzare i costi conseguenti alla violazione del termine di ragionevole durata dei processi», si legge nella bozza. Diventerà più difficile dunque avere un indennizzo e chi riuscirà ad ottenerlo si vedrà comunque liquidate, a titolo di risarcimento, somme inferiori a quelle previste finora: il minimo per ciascun anno o frazione di anno superiore a sei mesi, che eccede il termine ragionevole di durata del processo, scende da 500 a 400 euro, il massimo da 1500 a 800, pur con incrementi che arrivano al 40 per cento per gli anni successivi al settimo. Il taglio sarà cospicuo in caso di maxi-processi andati troppo per le lunghe: la somma dovuta dagli imputati che faranno ricorso sarà decurtata del 40 per cento se le parti sono più di 50 e del 20 per cento se sono più di dieci. E la liquidazione avverrà entro sei mesi dalla presentazione della documentazione necessaria.

Con questa modifica di legge sarà più in salita la strada per gli imputati che si ritengono danneggiati dai processi lumaca. La stretta, infatti, riguarda anche i requisiti necessari per presentare la domanda per ottenere l'indennizzo. Non lo potrà pretendere chi, vedendo dilatarsi oltremodo i tempi del dibattimento, non ha prima esperito quelli che il testo definisce i «rimedi preventivi». Nel giudizio penale, per esempio, chi non abbia presentato istanza di accelerazione almeno sei mesi prima della scadenza dei termini. Termini che la legge Pinto fissa a seconda dei gradi di giudizio: un processo rispetta il principio della ragionevole durata se non eccede i tre anni in primo grado, i due anni nel secondo e un anno nel giudizio di legittimità in Cassazione. L'accesso alla richiesta di indennizzo sarà precluso a quegli imputati che nelle aule di giustizia abusano degli strumenti processuali a loro disposizione con il solo intento di dilatare i tempi del procedimento penale fino alla prescrizione. Anche nei processi civili sarà più complicato ottenere un'equa riparazione del danno per coloro che presentano ricorsi e resistono in giudizio pur sapendo che le loro istanze sono infondate.

Ci sono poi i casi in cui si parte dalla presunzione che il seppur lungo processo non ha determinato danni, come quando l'imputato ottiene la prescrizione o è contumace, e toccherà all'interessato dover provare il contrario.

Lo stesso in quei processi civili o amministrativi dove è irrisoria la pretesa o il valore della causa, o dove la parte grazie alla lunghezza eccessiva del processo ha ottenuto vantaggi patrimoniali uguali o maggiori rispetto all'indennizzo previsto.

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