Il "golpe" bianco di Conte. Tutto il potere a Palazzo Chigi

Il governo con decreti e deleghe strappa al Parlamento il potere di fare leggi in 19 settori chiave del Paese

Il "golpe" bianco di Conte. Tutto il potere a Palazzo Chigi

Giuseppe Conte si ritaglia uno spazio politico sempre più forte all'interno del governo. Il «veicolo» normativo per questo salto di qualità è contenuto in una bozza che l'esecutivo sta preparando, in vista del suo approdo in Consiglio dei ministri, ed è ora al vaglio degli staff ministeriali.

Il testo - rilanciato ieri da La Notizia e dall'Huffington Post - contiene sostanzialmente una delega al governo a legiferare in 19 settori molto diversi l'uno dall'altro. Si va dall'energia all'industria, passando per agricoltura, edilizia ambiente, beni culturali, spettacolo, turismo, contratti pubblici, acquisto di beni e servizi, fino alle infrastrutture, al lavoro, alla disabilità, all'istruzione, alla tutela della salute, alla giustizia tributaria e il servizio civile, per finire con la lotta alla corruzione. Informalmente c'è chi interpreta questa mossa come un tentativo di creare una sorta di riserva di azione esclusiva per il presidente del Consiglio, al riparo dai possibili dissidi tra i due vicepremier. Altri fanno capire che c'è ancora molto da chiarire e la norma è ancora tutta da vagliare, limare, correggere.

Entro quali confini potrà muoversi Palazzo Chigi? Esiste il rischio che possa profilarsi una sorta di golpe con una moltiplicazione anomala delle prerogative del premier senza un adeguato controllo e bilanciamento dei poteri? Quel che è certo è che nonostante il frequente ricorso alla fiducia da parte dell'esecutivo, la direzione generale appare quella di un ulteriore svuotamento delle Camere.

La bozza di questo disegno di legge prevede la creazione di una commissione per la Semplificazione permanente ad hoc, istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri, composta da non più di 10 membri e presieduta da un magistrato. Per il suo funzionamento è prevista una dotazione di 2 milioni per il 2019 e 8 milioni a partire dal 2020. Conte presiederebbe il «Comitato interministeriale per la semplificazione», incaricato di «coordinare le attività di semplificazione, riassetto e codificazione». Infine ci sarebbe anche una «Cabina di regia» posta sotto il controllo di Palazzo Chigi e presieduta da Capo dipartimento del Dagl, il Dipartimento affari giuridici e legislativi.

Giuseppe Conte, insomma, diventerebbe una sorta di super-arbitro visto che nel Comitato l'unico altro componente di diritto sarebbe Giulia Bongiorno, responsabile della Pubblica Amministrazione. Il Comitato, infatti, «si riunisce con la presenza di almeno due ministri, oltre al presidente» anche se Conte potrà invitare i ministri competenti per materia. Un lavoro di armonizzazione solitamente posto sotto l'egida del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

È chiaro che il Parlamento sarà chiamato a giudicare questa riesame degli equilibri interni alla macchina governativa. Come fa notare Caris Vanghetti su La Notizia, il pacchetto di deleghe che colpisce maggiormente è quello legato all'energia.

La Presidenza del Consiglio potrebbe, infatti, intervenire sull'intero spettro della materia visto che vengono citate la politica e la strategia energetica nazionale, l'energia elettrica, il gas e petrolio, lo smantellamento del nucleare, le fonti rinnovabili, i prezzi e tariffe dei prodotti energetici per le famiglie, gli interventi sull'Autorità per l'Energia, sul Gestore dei Servizi elettrici e sulla Borsa Elettrica. Una materia che - attraverso la Strategia Energetica nazionale - ricade sotto le competenze dello Sviluppo Economico e quindi di Luigi Di Maio.

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