Governo a caccia dei ricchi. Torna l'incubo patrimoniale

Gualtieri: "Colpiremo i redditi alti". La mancetta da 600 euro varata in fretta alla vigilia delle Regionali

Governo a caccia dei ricchi. Torna l'incubo patrimoniale

C'è poco di concreto da offrire all'elettorato emiliano romagnolo e a quello calabrese per dimostrare quanto il governo stia facendo. Il premier Conte e i leader di maggioranza speravano di finalizzare due o tre misure chiave da presentare come un successo, ma il massimo ottenuto è l'approvazione accelerata del taglio del cuneo fiscale. Bonus per i redditi medio bassi, deciso con la legge di Bilancio alla fine del 2019 con uno stanziamento già deliberato e messo a bilancio. Entrerà in vigore in luglio.

Come dire, non ci sarebbe stata nessuna necessità di dare attuazione a questa parte di manovra in un consiglio dei ministri notturno convocato last minute. Non c'era nessuna fretta, se non quella dettata dalle urne.

Il governo avrebbe anche voluto portare a casa qualche risultato concreto sull'Ilva, strappando alla proprietà franco indiana di Arcelor Mittal perlomeno una disponibilità di massima a valutare un piano ad esuberi zero.

A due giorni dal voto non sono mancati gli annunci. Ancora una volta in tema fiscale, la grande riforma «equa», che consisterà in una rimodulazione delle aliquote.

Arriverà sotto forma di legge delega (quindi tempi lunghi) in aprile. Ma l'annuncio è stato fatto ieri dal ministro dell'Economia Roberto Gualteri. «Non andremo nella direzione della flat tax. Vogliamo un sistema più semplice e più equo. Ci sono tanti modi per farlo», ha spiegato.

Non è difficile credergli. Già le misure approvate all'ultimo consiglio dei ministri - il bonus fiscale - avvantaggiano solo i redditi medio bassi. Ieri Gualtieri ha detto che nei prossimi mesi verranno colpiti quelli alti, attraverso un inasprimento della pressione fiscale. Ha citato redditi da 500 mila euro all'anno. Sarebbero poco meno di 40mila contribuenti.

Facile sospettare che dietro la formula dei redditi ci siano in realtà i patrimoni. Se la soglia resta quella dei 500mila euro la platea delle potenziali vittime del prossimo giri di vite fiscale potrebbe corrispondere a un terzo degli italiani.

Che l'obiettivo (sempre dopo il voto) siano i «ricchi» si capisce dalla battuta con la quale il premier Giuseppe Conte ha liquidato chi critica il bonus: «Facile ironia, qualcuno che evidentemente ha una certa consistenza patrimoniale, dicendo che gli aumenti sono spiccioli». Come dire, di rivedremo presto.

Dossier rinviato a dopo il voto. Così come quella sulle pensioni, con un primo incontro tra governo e sindacati convocato per lunedì a urne chiuse. Segno, spiegava nei giorni scorsi una fonte sindacale, che il ministro Nunzia Catalfo avrà pochissimo da offrire. Se non una fine anticipata di Quota 100, la pensione a 62 anni con 28 di contributi, che ha raccolto meno adesioni del previsto, ma che mantiene ancora un certo appeal elettorale.

Occasioni mancate per mostrare il volto di un governo generoso. Qualche tentativo è stato fatto ieri dal premier Giuseppe Conte che si trovava ad Assisi.

Stanziamenti per i terremotati di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria e Modena.

Molto più concreto lo stanziamento per i dipendenti di Palazzo Chigi, 270 euro in busta paga come conseguenza del nuovo contratto nazionale. Molto ristretta la platea: 1.900 statali, con uno status privilegiato.

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