Il governo cancella 300mila posti di lavoro. È l'effetto dell'abolizione dei voucher

Un'azienda su 5 farà a meno delle prestazioni accessorie. Il 50% cercherà via alternative

Il governo cancella 300mila posti di lavoro. È l'effetto dell'abolizione dei voucher

Roma - L'eliminazione dei voucher rischia di tramutarsi nella perdita di un'occasione di guadagno - e dunque di occupazione - per circa 300mila italiani. Secondo un sondaggio realizzato da Swg per Confesercenti su un campione di 800 pmi di vari settori, solo il 51% delle imprese che li utilizzavano ha deciso di cercare un altro inquadramento contrattuale per coprire le prestazioni di lavoro precedentemente pagate con i buoni lavoro. Il restante 49% degli imprenditori si divide, invece, tra coloro che ancora non sanno come risolvere la situazione (28%) e coloro che hanno già stabilito di fare del tutto a meno del lavoro accessorio (21%).

Le imprese, rileva il sondaggio, non hanno apprezzato l'abrogazione dei voucher: il 16% ha dichiarato che l'eliminazione dei ticket danneggerà gravemente l'attività, mentre un ulteriore 59% prevede problemi tuttavia risolvibili. Il 52% ritiene che la decisione di abolirli sia stata affrettata e motivata solo da ragioni politiche (evitare a ogni costo il referendum indetto dalla Cgil) e che sarebbe stata preferibile una riforma. Non a caso il 64% chiede con urgenza che l'esecutivo metta in campo quanto prima un'alternativa ai voucher, mentre il 18% vorrebbe che fosse possibile non solo usare, ma anche comprare nuovi buoni lavoro fino all'introduzione del nuovo strumento.

Le risposte del campione intervistato fanno emergere, in primo luogo, come si sia creato un problema maggiore rispetto all'anomalia che si intendeva sanare (l'abuso dei voucher anche per prestazioni evidentemente non occasionali). In seconda istanza, occorre sottolineare il «coraggio» evidenziato da quel 51% che intende ricorrere a nuove forme contrattuali «salvando» il posto di oltre 800mila persone (prendendo come riferimento gli 1,6 milioni di lavoratori pagati con i buoni nel 205). Secondo una simulazione effettuata dalla Fondazione studi dei Consulenti del lavoro, le alternative ai voucher sono più costose. Ad esempio, la tipologia che può surrogare il lavoro occasionale è quello «a chiamata» (job on call), ma è applicabile solo agli «under 25» e agli «over 55».

Questo contratto prevede, oltre al versamento dei contributi e dell'Irpef, anche la maturazione dei ratei di tredicesima e quattordicesima mensilità nonché della quota di Tfr cui deve aggiungersi un'indennità di disponibilità (non inferiore al 20% della retribuzione) se si vuole che il lavoratore sia obbligato a rendersi disponibile alla chiamata. Il costo del lavoro, in questo caso, sale del 61% rispetto ai voucher.

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