Il governo Gentiloni nasce morto

Mentre Gentiloni e i ministri giurano al Colle, Renzi minaccia di "spegnere" e Verdini gli toglie la fiducia

Il governo Gentiloni nasce morto

Povero Gentiloni, capo dell'unico governo nato morto nella recente storia della Repubblica. Mentre lui saliva al Colle per giurare, Matteo Renzi assicurava, smentendo Mattarella, che quello nascente sarà un esecutivo che durerà poco, molto poco. E avendo in mano lui, come segretario del Pd, la chiavetta dell'interruttore c'è da credergli.

Oddio, credere agli impegni di Renzi è un po' come credere all'esistenza di Babbo Natale, ma le cose stanno al momento così. Per il resto ieri è stata una di quelle giornate in cui i partiti dell'anti-casta hanno guadagnato diversi punti nei sondaggi. Perché lo spettacolo offerto dalla politica è stato tra il comico e il tragico. L'assalto alle poltrone è stato feroce, Verdini è arrivato a ricattare pubblicamente Mattarella e Gentiloni, riuniti al Quirinale per definire la lista: o mi date un ministro o non voto la fiducia. Voleva un posto per Marcello Pera, ed è stata cosa utile almeno per apprendere che l'anziano filosofo ex presidente del Senato, scomparso dalla scena dieci anni fa, è ancora vivo e gode di buona salute. Ha perso, il che vuol dire che al Senato il governo non avrà vita facile, perché il partito di Verdini non ha i voti degli elettori, ma ha tanti senatori.

Il passaggio di Verdini da traditore a tradito non è stato male. Ma per ore si è anche parlato con una certa apprensione di un altro tema fondamentale: il destino di Angelino Alfano, leader di un partitino del due per cento, sospeso tra la conferma dell'incarico a ministro degli Interni e quello degli Esteri, dove alla fine è approdato per avere una maggiore visibilità nella prossima campagna elettorale. Sentirlo parlare in inglese sarà una delle cose più stimolanti del nuovo governo.

E veniamo alle brutte notizie. Il nuovo governo certifica che Maria Elena Boschi non è in grado di trovare un altro lavoro e quindi continueremo a mantenerla, non più come ministra ma come sottosegretaria (a palazzo Chigi, nel ruolo di agente segreto di Renzi), nonostante sia la responsabile del fallimento della riforma renziana e avesse giurato (non avevamo capito che era sull'onore di Banca Etruria) di ritirarsi a vita privata in caso di sconfitta. I capricci privilegio riservato alle belle donne - pagano, soprattutto se insistenti e minacciosi.

Se ti tieni la Boschi vuoi cacciare la Madia? Non sia mai, dentro anche lei che c'è posto per tutte, meno che per la Giannini, l'unica non Renzi girl.

Insomma, quello di Gentiloni è un Renzi bis (ha trovato un ridicolo posto, allo Sport, anche per il fido Lotti). Povero Gentiloni, povero (e ammirevole) Mattarella, ma, soprattutto, poveri noi.

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