Politica

Governo ladro di pensioni

La rapina dell'esecutivo: non vogliono rimborsare chi prende un assegno più alto

Se abbiamo capito bene, e temo proprio di sì, il governo Renzi si rifiuta di applicare la sentenza della Corte costituzionale che impone di restituire i soldi sottratti ai pensionati con la famigerata legge Fornero-Monti. «Rimborsi totali sarebbero immorali», ha spiegato il sottosegretario Zanetti, vice del ministro Padoan. E nessuno lo ha smentito. Io penso che «immorale» sia stato mettere le mani nelle tasche degli italiani che avevano fatto un patto con lo Stato al quale, durante la vita lavorativa, avevano affidato in prestito una consistente parte - i contributi pensionistici - del frutto della loro fatica. Io penso che «immorale» sia un membro del governo che essendo incapace di recuperare le risorse necessarie (cosa per cui è lautamente pagato da noi) dà degli «immorali» a chi ha mandato avanti il Paese negli ultimi trent'anni e oggi si dovrebbe godere il giusto riposo.

Ma soprattutto è «immorale» un governo, quello del duo Renzi-Alfano, che si rifiuta di eseguire una sentenza della massima Corte e poi perseguita con metodi da strozzino di strada chi non paga al centesimo e al minuto una multa per divieto di sosta. Se non avere i soldi per pagare è buon motivo per non pagare, be' allora liberi tutti. Se la fa franca Renzi, devono farla franca anche l'imprenditore che non riesce a pagare le tasse, la pensionata che non arriva a onorare il canone Rai, chi non è in condizione di versare l'Imu sulla casa. Uno Stato evasore (lo è già non pagando i rimborsi dei debiti con le imprese) non ha alcuna autorità morale per pretendere rettitudine dai cittadini. Tantomeno ha il diritto di scatenare loro contro esattori con la bava alla bocca.

Se Renzi vuole fare l'evasore (sia pure all'inverso, non restituendo cioè tasse ingiustamente incamerate) e non rispettare le sentenze della Corte costituzionale, si accomodi. Se il presidente Mattarella (ostaggio del suo grande elettore, come dimostra il silenzio sulla legge elettorale ad personam ) glielo permetterà, faccia pure. Ma nessuno accampi scuse che «i soldi non ci sono». Quando si trattò di comperare il consenso per vincere le elezioni europee con i famosi 80 euro a pioggia, i soldi Renzi li trovò senza tante storie. Dieci miliardi tondi, più o meno quello che servirebbe per onorare la sentenza. Che dice, caro premier, di uno scambio? Dirotti quei soldi «elettorali» sulle pensioni. Se poi perderà voti ce ne faremo una ragione.

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