Roma Grande è la confusione sotto il cielo diplomatico di Roma. La sparizione della figlia 17enne di Jo Song-gil, l'ex ambasciatore nord coreano che a novembre ha disertato sparendo nel nulla insieme alla moglie, oltre a essere sempre più una vistosa grana diplomatica per l'Italia sta rischiando pure di creare grattacapi all'interno del governo, con scambi di accuse tra ministri, scaricabarile e sospetti di «fuoco amico».
La ragazza, seconda una nota dell'ambasciata inviata alla Farnesina, sarebbe tornata volontariamente in Nord Corea del Nord quattro giorni dopo la scomparsa dei genitori, per «raggiungere i nonni». Una versione che non convince quasi nessuno, a parte l'ex senatore Antonio Razzi. Il problema è che, dopo il fuoco incrociato dei pentastellati, che due giorni fa chiedevano al ministro dell'Interno Matteo Salvini di presentarsi in Aula per spiegare quanto sa dell'episodio, in un evidente parallelismo con il pastrocchio Alfano-Shalabayeva, ieri proprio il vicepremier in quota Lega ha replicato. Spiegando, ai microfoni di Radio Anch'io, di non aver niente da spiegare: «Io vado a riferire su quello che è di mia competenza e di mia conoscenza, qui non ne sapevo un accidente e non c'entravo un accidente. Cosa vado a riferire?». Per Salvini, insomma, chi vuole saperne di più deve bussare «al ministro degli Esteri», perché «è una questione di ambasciate». Il dito del leader del Carroccio, insomma, punta diretto al Mae e a Enzo Moavero Milanesi. Tanto che pure Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir in quota Fdi, avverte: «Che c'entra Salvini? I Cinque Stelle nella fregola di colpire il bersaglio sbagliano ancora, rischiando di colpire se stessi». Il motivo, ovviamente, è il comunicato col quale la Farnesina parla di «allontanamento volontario», tanto che secondo Urso «eventuali spiegazioni deve darle» il premier Conte, che ha «trattenuto per sé la delega ai servizi». Sempre ieri, però, un altro esponente di Fratelli D'Italia, Edmondo Cirielli, aveva invece tirato in ballo proprio Salvini, lamentandosi per il «rimpallo» interno alla maggioranza: «Mi lasciano sgomento le parole del ministro: non è un problema mio, è un problema degli Esteri. Cioè in Italia si possono sequestrare le persone per ricattare i genitori e non è un problema del Viminale? Sono allibito». Tutti contro tutti, e il giallo non si chiarisce.
Così come il destino dell'ex ambasciatore e della figlia. Che, secondo esperti citati dall'Adnkronos, «potrebbe già essere stata ostaggio dell'ambasciata, o sacrificata dai genitori per non destare sospetti sulla loro partenza».MMO
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