Il governo Conte apre a un allargamento dell'Unione Europea alla Turchia. O almeno è questo ciò che si legge nella relazione programmatica dal titolo «La partecipazione dell'Italia all'Unione europea» che il ministro dimissionario per gli Affari europei Paolo Savona - nominato presidente della Consob - ha depositato in Parlamento.
Il documento prevede l'allargamento dell'Unione europea all'area dei Balcani Occidentali e, soprattutto, alla Turchia. Savona pur ammettendo «tutte le difficoltà» dell'operazione, vede il governo di Ankara come «un interlocutore fondamentale» per Bruxelles su «sicurezza» e «politica regionale» nel Medio Oriente, nel Golfo e persino «in quadranti più distanti, come il Corno d'Africa». Una proposta che, appena è stata pubblicata da la Stampa, ha subito scatenato una strenua opposizione da parte di Fratelli d'Italia. Giorgia Meloni ha infatti chiesto a Matteo Salvini di far ritirare subito la relazione e ha puntato il dito contro i Cinquestelle.
Il leader della Lega, peraltro, si è sempre detto contrarissimo a questa ipotesi, ritenendo che l'ingresso della Turchia nell'Ue rappresenterebbe «un cavallo di Troia per l'Islam». «Aprire le porte dell'Europa alla Turchia è escluso, abbiamo già abbastanza problemi di integrazione per far entrare in casa nostra questo Cavallo di Troia». E di recente, proprio il leader leghista aveva ribadito alla stampa francese che «l'ingresso della Turchia nell'Ue è escluso». Il sottosegretario agli Esteri ed esponente della Lega Guglielmo Picchi prova a depotenziare l'iniziativa di Savona. «Confermiamo che Italia è aperta al dialogo tra Ue e Turchia per migliorare rapporti e rafforzarne le istituzioni, ma è contraria a ingresso della Turchia in Ue. Questo è il senso della relazione del governo».
Nel perimetro dell'opposizione il partito che si schiera sulle posizioni più dure è Fratelli d'Italia. In particolare il capogruppo in Commissione Esteri della Camera, Andrea Delmastro, vuole andare fino in fondo e capire se questa è la posizione ufficiale del governo Conte. «È la solita manina o siamo in presenza di un atto di sottomissione?», si chiede. «Salvini fermi questo atto di islamizzazione dell'Europa». «Altrimenti ci penseremo noi: piuttosto ci incateneremo in Parlamento per difendere la nostra civiltà. Sarebbe folle proporre una cosa del genere dopo il processo di islamizzazione portato avanti da Erdogan che ha proposto a tutti i turchi residenti in Europa di fare cinque figli così l'Europa sarebbe diventata loro. È una questione di diritti umani, politici, giuridici e di un'identità sempre più radicale assunta da Istanbul». Molto dura anche Giorgia Meloni: «Sono scioccata da questo atto di sottomissione: anche chi ha sempre detto che si batteva contro il processo di islamizzazione forzata dell'Europa ora vorrebbe aprire le porte a milioni di musulmani e al dittatore islamista Erdogan. Fratelli d'Italia non ha cambiato idea. La Lega faccia ritirare subito questa relazione e chieda un chiarimento politico: non si resta al governo con chi vuole islamizzare l'Europa».
Per la diplomazia turca, l'adesione all'Ue è una priorità dal 1963: nel marzo 2018 il presidente Recep Tayyip Erdogan ha ribadito l'obiettivo strategico della piena adesione all'Unione. Tuttavia, anche se l'Ue e la Turchia dovessero concludere i negoziati nel medio termine, nel caso in cui la questione cipriota venisse risolta, l'iter sarebbe comunque complicato.
Il Consiglio e il Parlamento Europeo dovrebbero entrambi approvare il trattato di adesione, trattato che poi dovrebbe essere ratificato dagli Stati membri, con possibili referendum. Il percorso di adesione all'Ue di un Paese di 80 milioni di abitanti, la maggior parte dei quali di religione musulmana, appare insomma un'ipotesi allo stato molto poco realistica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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