Greta ritorna a Parigi E trova un brutto clima

La 16enne simbolo dell'ecologismo saccente va all'Assemblea. Ma in molti non la vogliono

Greta ritorna a Parigi E trova un brutto clima

Parigi «Per combattere il cambiamento climatico in modo intelligente, non abbiamo bisogno di guru apocalittici, ma di progressi scientifici e di coraggio politico», scrive su twitter Guillaume Larrivé alla vigilia dell'ingresso di Greta Thunberg nell'Assemblea nazionale francese. Il deputato gollista, probabile nuovo leader dei Republicains, invita al boicottaggio della 16enne. Con lui, onorevoli della destra moderata e lepenisti si schierano contro la «profetessa in pantaloncini corti» che oggi terrà un discorso a Palazzo Borbone.

Greta torna a Parigi, ma non è solo la destra a nutrire dubbi sull'invito. La gauche giudica «incomprensibile» che l'attivista arrivi nel giorno in cui la pattuglia macroniana dirà «sì» al trattato di libero scambio Canada-Ue (Ceta), avversato proprio dagli ecologisti. Pure la maggioranza presidenziale si spacca: «Potremmo onorare anche gli scienziati che hanno agito per anni per il pianeta, usare il manicheismo del bene contro il male è troppo semplice», scrive Bénédicte Peyrol di En Marche.

Perché il ritorno a Parigi di Greta Thumberg è così divisivo? Invitata da Matthieu Orphelin - onorevole e alla testa del collettivo «Per il clima» che conta 162 deputati, la 16enne non parlerà nell'emiciclo vero e proprio. Sarà ricevuta dal vicepresidente dell'Assemblée, poi un dibattito nella sala Victor Hugo tra le 12 e le 13,45, con 350 posti. Tanto basta a far inalberare la maggioranza, che non si stringe attorno all'eroina ecologista, improvvisamente diventata «scomoda».

Vari insulti sui social: dall'accusa di essere «manovrata» a «Premio Nobel della paura». La sessione «Greta» prevede solo un pugno di deputati. Poi assisterà al question time da una tribuna dell'emiciclo. Senza intervenire in aula ma pur sempre nel cuore dell'istituzione francese. Anche Pamela Anderson tenne una (vana) conferenza alla Camera contro l'alimentazione forzata di oche e anatre, ricorda qualcuno. Ma per Greta tale freddezza era forse inaspettata.

Domenica ha ricevuto il Prix Libérté 2019 a Caen alla presenza dei veterani dello Sbarco in Normandia. A febbraio fu accolta dalla sindaca di Parigi e da 8mila studenti festanti. Marciava per le strade della capitale denunciando il riscaldamento globale come «crimine contro l'umanità». Ribadì il concetto all'Eliseo, al presidente Macron. Ha partecipato al vertice di Katowice dell'Onu sul clima ed è stata invitata al Forum economico mondiale di Davos e a Bruxelles il suo discorso si tenne in un silenzio quasi religioso.

Parte dell'Assemblée sembra invece invocare una sorta di sovranità nazionale. Il settimanale Le Point ha lanciato perfino una consultazione on line per chiedere se sia legittimo che la 16enne si esprima in un luogo così simbolico.

Olivier Babeau, accademico e autore di «Elogio dell'Ipocrisia» la definisce «icona di un ecologismo naïf» sulle colonne del Figaro e Macron resta stavolta più defilato. La 16enne venuta a dire agli adulti che sono irresponsabili non troverà allori. Ma una quarantina di giovani francesi e pochi deputati.

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