Roma Non sarà un nuovo caso Diciotti. O almeno così si spera nel governo gialloverde, a proposito dell'indagine a carico di Matteo Salvini e Andrea Bonafede, indagati - come rivelato dal Giornale - per aver ecceduto in video ed esternazioni social in occasione dell'arresto di Cesare Battisti e della fine della latitanza dell'ex terrorista: l'accusa, insomma, è di aver clamorosamente mancato nel difendere la dignità e l'immagine della persona arrestata. In effetti, come si ricorderà, il rientro in Patria dell'ex terrorista a metà gennaio venne trasformato in uno show, con Salvini e Bonafede in prima linea tanto all'aeroporto di Ciampino quanto sui social. Anche stavolta comunque, come per la vicenda della nave, la procura (Roma in questa occasione) ha chiesto l'archiviazione, e ancora una volta toccherà al Tribunale dei ministri dire l'ultima parola. Ma la parola d'ordine nell'esecutivo è «fiducia», e il concetto lo riassume - con piccola gaffe - anche Carlo Sibilia, sottosegretario pentastellato al Viminale. «Siamo tranquillissimi», assicura, spiegando che anche se «la giustizia fa sempre il suo corso» non ci sarebbe «nulla da temere» per chi non ha fatto «nulla di male». E dunque «non temiamo un nuovo caso Battisti», spiega Sibilia parlando all'Adnkronos, ma forse intendeva dire che non si teme un nuovo «caso Diciotti». Tant'è, il vicepremier Salvini che aspetta Battisti all'aeroporto di Ciampino vestito da poliziotto e il Guardasigilli Bonafede che posta sul suo profilo Facebook un lungo video dell'arrivo dell'ex terrorista che sfila a favore di telecamera con sottofondo musicale nelle varie fasi dell'arresto, della sua fotosegnalazione, del controllo delle impronte digitali, devono comunque aspettare che il Tdm decida se allinearsi alla decisione dei magistrati romani o se, come ha già fatto per Catania, decidere invece di andare avanti. Un deciso «no comment», intanto, arriva dal presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari di Palazzo Madama, il senatore azzurro Maurizio Gasparri, che preferisce glissare sulla vicenda in quando «relatore su Salvini per la vicenda della nave Diciotti».
Sulla questione, chiosa il presidente dei senatori di Fi, «eviterei ogni genere di commento, posso solo dire che ci vuole molta sobrietà». Una sobrietà nelle dichiarazioni alla quale Gasparri si attiene e che invece - almeno nel merito dell'arresto di Battisti - sembra essere mancata tanto al ministro dell'Interno quanto al Guardasigilli.
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