Il Grillo di governo sommerso dai rifiuti di Livorno

I conti con la realtà Beppe Grillo li fa in quel di Livorno

Il Grillo di governo sommerso dai rifiuti di Livorno

I conti con la realtà Beppe Grillo li fa in quel di Livorno. Dove ormai da sabato mattina i dipendenti dell'Aamps, l'azienda comunale che gestisce la raccolta dei rifiuti, sono in «assemblea permanente» per protestare contro la decisione del sindaco di non ricapitalizzare la municipalizzata. A Livorno, insomma, scioperano gli spazzini e le strade sono invase dai rifiuti. Con buona pace del sindaco grillino Filippo Nogarin e di un Movimento che deve in qualche modo confrontarsi con le difficoltà che si incontrano quando si amministra in prima persona. Una cosa è stare all'opposizione, altra è governare. Un segnale che non va sottovalutato, anche perché a giugno ci sarà una decisiva tornata amministrativa nella quale i Cinque Stelle si propongono come forza di governo, certamente a Torino (dove in molti guardano con attenzione la giovane candidata grillina Chiara Appendino) e forse anche a Roma (dove i sondaggi danno il M5S primo partito e molto dipenderà dal candidato). Difficilmente, invece, il Movimento riuscirà ad essere competitivo nelle altre sfide chiave della tornata elettorale della prossima primavera, da Milano a Napoli.Il biglietto da visita di Livorno, dunque, rischia di avere un suo peso. Anche perché - nonostante il consueto rimbalzo di responsabilità tra i partiti - il dato è che Nogarin è sindaco ormai dal giugno 2014. Dopo un anno e mezzo di mandato, insomma, è difficile dare per buona la versione grillina secondo cui la colpa di quanto sta accadendo oggi a Livorno è tutta e solo della mala amministrazione del Pd. Eppure sono scesi in campo i calibri da novanta, da Roberto Fico ad Alessandro Di Battista, fino a quello che oggi è il leader in pectore del Movimento: Luigi Di Maio. Tutti a difendere Nogarin, con una selva di dichiarazioni «in batteria», come nella migliore consuetudine dei partiti per così dire tradizionali. Segno, evidentemente, che Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio hanno perfettamente colto l'enorme rischio boomerang del caso Livorno.

Perché non c'è dubbio che il caos rifiuti di questi giorni è colpa anche e soprattutto di chi ha amministrato fino a ieri. Ma è pur vero che lo scorso giugno Grillo non si fece alcun problema a chiedere le dimissioni di Ignazio Marino, «prima che - scriveva su Twitter - Roma venga sommersa dai topi e dalla spazzatura».

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