Grillo non è più garantista: vuole il tribunale per i media

Il leader M5S contro «i fabbricatori di notizie false» Mentana lo querela. Il sì al Codice etico arriva al 91%

Grillo non è più garantista: vuole il tribunale per i media

Grillo è in difficoltà e per uscire dal pantano indossa la redingote di Robespierre, invocando un tribunale del popolo che incateni l'informazione. «Giornali e tg sono i primi fabbricatori di notizie false», attacca Grillo che dal suo blog propone di istituire «una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate». Una giuria, specifica, di «cittadini scelti a sorte». Dunque se una notizia viene dichiarata falsa «il direttore della testata a capo chino deve fare pubbliche scuse e riportare la versione corretta». Corretta da chi? Da Grillo naturalmente e dal suo tribunale del popolo pescato a caso. Grillo furioso attacca tutti: l'ex premier Matteo Renzi e l'attuale Paolo Gentiloni e pure il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tutti colpevoli di aver sollevato il problema delle bufale che circolano sul web. Grillo rinnova pure la critica al presidente dell'Antitrust, Giovanni Pitruzzella, che «vuole ristabilire la verità tramite il nuovo tribunale dell'Inquisizione». Pitruzzella aveva chiesto l'introduzione di istituzioni ad hoc per rimuovere i contenuti falsi ed offensivi dalla Rete. Grillo respinge qualsiasi forma di controllo sul web ma gradirebbe invece mettere le briglie a carta stampata e media televisivi, ipotesi che trova riscontro soltanto nella censura stalinista e nel Minculpop fascista. La sua proposta «indecente» si guadagna subito una querela dal direttore del tg La7, Enrico Mentana che scrive sulla sua pagina Facebook: «Fabbricatori di notizie false è un'offesa non sanabile a tutti i lavoratori del tg che dirigo, e a me che ne ho la responsabilità di legge. Ne risponderà in sede penale e civile». E tra i fabbricatori di bufale messi alla gogna dal leader di M5S c'è anche Il Giornale per l'articolo pubblicato ieri dal titolo: «Affari a 5 Stelle. Grillo vuole una banca», definito da Grillo «una falsità totale». Falso perché non è vero che Davide Casaleggio ha incontrato i vertici della banca on line Widiba? No, ammette lo stesso Grillo quello è «un fatto vero: Casaleggio ha accettato di incontrare l'ad di una banca online» ma, precisa, la notizia «è stata stravolta dal Giornale».

Getta acqua sul fuoco il direttore del Fatto, Marco Travaglio che minimizza. La proposta di Grillo, dice «è di una tale ingenuità che non ha senso ed è destinata a non funzionare». Certo quella del tribunale del popolo è un po' un'ossessione per Grillo che già in passato lanciò l'hastag Sputtaniamoli per attaccare i giornali che criticavano M5s. Ma non stupisce che Grillo spari a zero contro la stampa proprio nel giorno in cui gli iscritti al movimento stavano votando online il nuovo Codice etico «garantista». Un codice al quale è stato dato il via libera dagli iscritti con un plebiscito «bulgaro»: sì dal 91 per cento dei partecipanti, pari a 37.360 voti.

Non stupisce perché oggi potrebbe arrivare una notizia che sicuramente non è una bufala, ovvero la decisione del Tribunale del riesame in merito alla conferma o meno del carcere per Raffaele Marra, l'ex braccio destro di Virginia Raggi. Il destino della sindaca è indissolubilmente legato a quello del suo uomo di fiducia visto che dalle carte sembra emergere come fosse diventato l'uomo più potente del Campidoglio proprio grazie alla Raggi.

Il senatore azzurro Francesco Giro evidenzia come il codice appena varato da Grillo sia un «salvagente» per il sindaco di Roma ma pure «bucato se l'accusa della Procura contro Marra reggerà perché la prima a pagarne le conseguenze sarà la Raggi».

E proprio ieri sul sito di Politico.Eu il nome di Grillo è entrato in una lista di 12 personalità di fronte alle quali è bene «rimanere a letto infilati sotto le coperte tremanti». Decisamente non un complimento.

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