Grillo: overdose di tartufo, altro che crisi

Svelato il segreto del malore: abbuffata prima di parlare ai disoccupati

Grillo: overdose di tartufo, altro che crisi

S ogno o son desto? Indigestione da tartufo bianco? Saranno vent'anni che giro per grandi ristoranti, che parlo con grandi cuochi, che dialogo con grandi gourmet (spesso, inevitabilmente, dal grande portafoglio), ma questa non l'avevo mai sentita. Ripeto la domanda, nonostante sembri retorica: indigestione da tartufo bianco?

La vita è bella non perché lo disse Roberto Benigni, ma perché ogni giorno, a prescindere da età, salute, reddito, puoi imparare qualcosa. Io, grazie al Corriere della sera , ho scoperto che l'indigestione da tartufo bianco esiste, già questa mi sembra una notizia, e che ha colpito Beppe Grillo, e questa secondo me è una notiziona, anzi uno scoop (ma il tremebondo giornalone ha paura delle sue stesse parole e l'ha prudentemente nascosta a pagina 11, l'indigestione storica, senza dedicarle un titolo, un sottotitolo, niente). Grillo, l'anti Casta, il guru degli indignati d'Italia, il gran capo delle truppe pauperiste (vivo a Parma e li conosco bene i grillini, è gente che non spenderebbe 100 euri per il vestito del matrimonio). Un genovese, fra l'altro, con tutto quello che folcloristicamente ne consegue. Eppure così ha scritto Alessandro Trocino: «Grillo, provato da una notte difficile causa indigestione da tartufo bianco, si muove a suo agio. Abbraccia l'amico e sodale Gianroberto Casaleggio ed entra in scena a ritmo di blues».

E va bene che il Circo Massimo, la scena del raduno a cinque stelle, è un circo e che nel circo ci sono i pagliacci. Ma io, che non a caso non sono un politico, la sera prima di un comizio incentrato su povertà e declino avrei evitato accuratamente di abbuffarmi di tartufo bianco. Così come di aragoste o di caviale, ovvio. Un po' perché al mattino quando mi rado (al contrario di Grillo che la barba non se la fa) mi guardo allo specchio, e non vorrei provare nausea di me stesso. Un po' perché anche al ristorante c'è sempre uno smartphone in agguato: metti che ti immortalano mentre il maître ti affetta sul risotto il pregiato tubero, che figura ci fai coi militanti che negli stand della festa grillesca si arrangiano col miserrimo, islamofilo cuscus? Avete presente quanto costa il tartufo bianco? Io lo ignoravo, non vorrei fare la figura del pezzente, ma devo ammettere di non averlo comprato mai, l'ho assaggiato più volte, ma sempre scroccandolo da amici danarosi... Mi sono dovuto informare: siccome l'annata è buona, ha piovuto molto e il raccolto è abbondante, pare che quest'autunno se ne possa trovare perfino a 2 euri il grammo, 200 euri l'etto, 2.000 euri il chilo. Poco, rispetto ai prezzi di annate più difficili. Moltissimo, rispetto al reddito medio, e figuriamoci rispetto al reddito di cittadinanza che i Cinque Stelle promettono a tutti gli italiani, ignorando che lo Stato fa già fatica a pagare le pensioni. Bisogna poi considerare che questi sono prezzi alla fonte: dubitando che Grillo si sia approvvigionato direttamente ad Alba o a San Miniato o ad Acqualagna, vogliamo calcolare il ricarico del ristoratore?

Fare indigestione di tartufi bianchi è come ubriacarsi di Château

d'Yquem, è come fare il bagno nel latte d'asina, è come lavarsi i denti con l'acqua Evian: qualcosa fra lusso e demenza, un eccesso da magnati russi. O da comici italiani che vogliono fare politica ma continuano a far ridere.

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