La guerra di Lady Calderoli contro Salvini

Il no al sit-in sotto casa della Fornero è solo l'ultimo sgambetto della Gancia al leader

Nadia MuratoreTorino «Io non vengo». Ha puntato i piedi Gianna Gancia, capogruppo della Lega Nord in Regione Piemonte, dissociandosi dall'iniziativa di protesta di Matteo Salvini contro l'ex ministro Elsa Fornero e la sua riforma pensionistica. Una manifestazione che ha fatto storcere il naso a molti all'interno del movimento. Prima fra tutti, la Gancia che, con il tono garbato ma deciso che la contraddistingue, non ha avuto esitazione nel dire: «Sotto casa della Fornero non vado. Esistono modi diversi per protestare. Se l'Italia deve guarire dalla sua legge - ha proseguito - allo stesso modo dovrà imparare a mettere da parte l'eccessiva personalizzazione della politica». Cuneese di nascita, leghista della prima ora, prima donna a diventare presidente della Provincia di Cuneo, destituita solo dalla riforma Delrio e moglie, dopo anni di fidanzamento, dell'ex ministro Roberto Calderoli, la Gancia non è certo una che le manda a dire. Rappresentante della vecchia guardia bossiana - ma non in grado di rubare la scena, né tanto meno di attentare alla leadership salviniana - il dissenso della Gancia, rispetto alla protesta contro la Fornero, non è che l'ultimo dispetto a Salvini. I coltelli tra «lady preferenze» - come è stata soprannominata per l'alto numero di voti conquistati alle elezioni regionali - e il Matteo del Carroccio, hanno iniziato ad affilarsi quando lei ha rifiutato di fare un passo indietro, nella sua candidatura al congresso nazionale, contro il pupillo del leader, Riccardo Molinari. E siccome le sedie e le posizioni sono alla base della politica, non è certo un caso se, durante il lungo congresso torinese, il papà della Lega, Umberto Bossi, era seduto accanto a lei. Da quel momento lady preferenze è ufficialmente diventata la portavoce del dissenso interno, contro il leader Salvini. Tanto che nel movimento c'è già chi parla della «corrente Gancia».Molinari ha poi vinto il congresso, diventando il nuovo segretario del partito del Carroccio, ponendo fine a quella che era stata definita l'era Cota. Un'era durante la quale la bella cuneese si è imposta nella politica del movimento e non solo a livello locale. A dissipare ogni dubbio su una Gancia anti-Salvini, c'è quell'incontro semi segreto tra lei e Dijana Pavlovic. L'attrice e politica serba che promuove l'integrazione dei rom, pare sia rimasta folgorata dal suo accento cuneese, tanto da affermare: «La moglie di Calderoli è brava e mi pare sappia affrontare i problemi in maniera concreta».

E mentre Salvini parla di ruspe di campi rom, la Gancia è prima firmataria di una proposta di legge regionale, presentata quasi un anno fa, per «regolamentare il nomadismo e contrastare l'abusivismo». Perché «tutti ne parlano - ha precisato - ma nessuno si preoccupa di promuovere il rispetto delle regole di convivenza civile, nell'interesse dei piemontesi e degli stessi nomadi e migranti».

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