"Porto un messaggio di pace e unità per il mondo intero": già della prime parole sul volo papale è chiaro l'obiettivo del primo viaggio internazionale di Leone che si è aperto ieri in Turchia e che proseguirà per sei giorni toccando anche il Libano. Un viaggio che "ho atteso tanto per ciò che significa per tutti i cristiani" spiega il Pontefice, "ma è anche un grande messaggio al mondo. Speriamo che la mia presenza possa annunciare e trasmettere quanto è importante la pace". L'invito alla Turchia affinché sia "fattore di stabilità e di avvicinamento tra i popoli, a servizio di una pace giusta e duratura" dice il Papa nel suo primo discorso, rivolto alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico, riunito ad Ankara. Accanto a lui c'è il presidente Erdogan, con cui si è intrattenuto in colloquio privato. Un Paese, la Turchia, ponte tra Oriente e Occidente, che Leone vede come tassello prezioso e strategico per ricucire il conflitto in Medio Oriente. Risponde lo stesso Erdogan: "Credo che i messaggi trasmessi dalla Turchia raggiungeranno il mondo turco-islamico e il mondo cristiano, accrescendo le speranze di pace nel mondo. Abbiamo sempre apprezzato la sua posizione risoluta per quanto riguarda la questione palestinese".
Il Papa insiste sulla necessità di un dialogo, soprattutto nella regione mediorientale, allargando lo sguardo al "mondo destabilizzato da decisioni che calpestano la pace. Oggi le comunità umane sono sempre più polarizzate e lacerate da posizioni estreme, che le frantumano" osserva Prevost, richiamando l'immagine del ponte sullo Stretto dei Dardanelli, scelta come emblema del viaggio papale. "Voi avete un posto importante nel presente e nel futuro del Mediterraneo e del mondo intero, anzitutto valorizzando le vostre interne diversità" ribadisce il Papa, sottolineando come "oggi più che mai ci sia bisogno di personalità che favoriscano il dialogo e lo pratichino con ferma volontà e paziente tenacia".
A bordo del volo, il Papa saluta i giornalisti presenti. Agli americani augura una buona festa del Thanksgiving (Giorno del Ringraziamento) e riceve numerosi regali, tra cui una mazza da baseball (vista la sua passione per questo sport), due torte, un Libro sul Conclave, e un collage di foto di quando era giovane.
In mattinata, dopo l'accoglienza ufficiale all'aeroporto di Ankara, Leone si è recato al mausoleo di Ataturk, che contiene le spoglie del Padre dei Turchi, fondatore e primo Presidente della Repubblica (1923-38). "Ringrazio Dio per avermi permesso di visitare la Turchia e invoco su questo Paese e sul suo popolo abbondanza di pace e prosperità" scrive sul Libro d'Onore. In serata l'arrivo a Istanbul. Prevost è il quinto pontefice a recarsi in Turchia. Un viaggio "ereditato" da Francesco che già lo aveva programmato, ma a cui Leone ha voluto aggiungere il Libano. Momento clou della visita nel paese turco è il pellegrinaggio a Yznik, questo pomeriggio, in occasione del 1700mo anniversario del Primo Concilio di Nicea.
"Tornare con la memoria viva a un tempo in cui le Chiese erano unite, a un concilio che venne celebrato anche per unificare la data della Pasqua, è un segno di speranza" scrive in un editoriale Andrea Tornielli sui media vaticani. "L'unità della Chiesa, l'unità tra le Chiese, il dialogo ecumenico, ha un valore incalcolabile, non soltanto per l'annuncio evangelico. Lo ha anche per la pace nel mondo".