Haftar fa i capricci E il vertice di Palermo va verso il fallimento

A 48 ore dall'apertura del summit la lista dei partecipanti è ancora incerta

Fasuto Biloslavo

Il generale Haftar che fa le bizze, Trump e Putin che non mandano neppure i ministri degli Esteri, la cancelliera Merkel che da forfait e nessun risultato concreto all'orizzonte. La «grande» conferenza sulla Libia di Palermo, di lunedì e martedì, convocata dal governo italiano è un mezzo fallimento, se non un completo flop.

Ieri i media libici vicini al generale Haftar sostenevano che l'uomo forte della Cirenaica non era assolutamente convinto di partecipare alla conferenza. Giovedì il capo uscente dei nostri servizi segreti, Alberto Manenti, aveva visto Haftar a Mosca. Fonti vicine al generale hanno fatto sapere che «non ha cambiato idea sulla sua partecipazione alla conferenza di Palermo dopo aver incontrato il capo dell'intelligence italiana». E poi hanno aggiunto che Haftar «è ancora sulla sua posizione e non parteciperà alla conferenza».

La Farnesina conferma che «non è stata resa ancora nota la lista dei partecipanti» a meno di 48 ore dall'inizio dei lavori. In serata la presenza di Haftar era ancora incerta. Senza di lui il summit di Palermo evaporerebbe come neve al sole. «Alla fine verrà, ma di malavoglia costretto dalle pressioni internazionali - spiega al Giornale una fonte che segue l'intricato dossier -. Si può considerare un successo per la soluzione della crisi libica?». Haftar è poco interessato a Palermo perché sa che non ci sarà alcuna svolta, tantomeno la sua nomina a capo delle forze armate libiche.

Madornale errore è stato mantenere «congelato» a Roma dal 4 agosto l'ambasciatore italiano Giuseppe Perrone, che a Tripoli sarebbe stato cruciale per smussare gli angoli dei riottosi leader libici sulla conferenza di Palermo.

Il vertice passerella e pochi contenuti è confermato dal buco nero delle presenze internazionali di peso. Il governo italiano lo aveva fissato per il 12 e 13 novembre perché l'11 erano impegnati assieme a Parigi il presidente americano Donald Trump e quello russo Vladimir Putin. Il sogno di averli a Palermo è svanito, ma al loro posto arriveranno soltanto un sottosegretario Usa e un vice ministro russo. Pure Angela Merkel si è defilata nonostante lo stesso premier Giuseppe Conte avesse annunciato la sua presenza.

«Il problema è che a Palermo non si deciderà o si firmerà nulla - spiega la fonte del Giornale -. Verrà esposto il nuovo piano dell'Onu, che è già stato presentato al Consiglio di sicurezza l'8 novembre. Per questo i leader importanti non vengono».

Il premier Conte ha telefonato ieri, in

extremis, al presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi, per chiedergli di convincere il riottoso Haftar. E nella speranza che lo stesso al Sisi venga a Palermo risollevando, di poco, l'immagine della conferenza sulla Libia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica