I deputati-economisti fanno bene i (propri) conti

Gli studiosi di numeri e finanza hanno affollato i Palazzi: ora con i vitalizi hanno incassato bonus molto più ricchi della somma dei contributi pagati

I deputati-economisti fanno bene i (propri) conti

Roma - «Se ho avuto un vantaggio nel fare il ministro è stato proprio il doppio stipendio in busta paga». Parola di Giancarlo Pagliarini, ministro del Bilancio nel primo governo Berlusconi e per quattro legislature in Parlamento. Poiché l'ultima è stata alla Camera, il vitalizio glielo paga Montecitorio: circa 5mila euro al mese che negli anni hanno prodotto un disavanzo previdenziale di oltre 275mila euro. Pagliarini è un esperto revisore contabile, oltreché professore universitario, con una grande passione politica. Lasciata la Lega Nord si è infatti dedicato, da esterno, tanto alla Destra di Francesco Storace quanto a Fare per fermare il declino con in mezzo una sfortunata parentesi da candidato sindaco di Milano nel 2011.

L'elenco degli ex deputati che ricevono la «pensione» riserva sempre qualche argomento interessante, soprattutto, se si considera un tema oggi prioritario come l'economia. Ad esempio l'ex sottosegretario al Tesoro del primo governo Prodi del '96 era la diessina Laura Pennacchi, sorella dello scrittore pluripremiato Antonio e del nostro compianto collega Gianni. Laura Pennacchi è una filosofa prestata al mondo della scienza economica. Dopo tre legislature, è tornata ai suoi studi e nel 2008 ha prodotto un saggio che ha avuto una vasta eco mediatica: La moralità del welfare. Contro il neoliberismo populista . Tesi della pubblicazione è la necessità di mettere in campo politiche pubbliche per la redistribuzione della ricchezza contro le crescenti diseguaglianze prodotto dall'evoluzione del capitalismo. Non possiamo che ricordare la diseguaglianza tra i contributi da lei versati (198mila euro) e gli assegni finora percepiti (374mila euro circa). D'altronde, anche il premier economista ha il conto previdenziale in rosso per 121.848 euro. Molto si potrebbe dire di Romano Prodi, ci limitiamo a ricordare solamente Modello di sviluppo in un settore in rapida crescita , il saggio sull'industria della ceramica che circa cinquant'anni gli guadagnò le attenzioni del mondo accademico italiano.

Sempre al campo economico, diritto tributario in particolare, appartiene il giurista Augusto Fantozzi, ex ministro del Commercio estero nel governo Dini e poi deputato. La sua posizione previdenziale registra uno sbilancio di 284mila euro. Terminata la propria esperienza di parlamentare, i mezzi di sostentamento non gli sono, però, mancati: è stato commissario straordinario di Alitalia percependo complessivamente 6 milioni di euro e dal 2010 è presidente del gruppo Sisal, recentemente riconfermato nella carica fino al 2018. Il disavanzo della posizione di Nerio Nesi (-193mila euro) è, invece, inferiore a quello del collega. Dopo la presidenza di CariTorino e della Banca Nazionale del Lavoro, si dedicò fondamentalmente alla politica (il suo soprannome «il banchiere rosso» è dovuto alla militanza in Rifondazione e nel Pdci) e oggi, a quasi novant'anni, è solo presidente onorario del Conapa, l'associazione dei piccoli azionisti delle società quotate in Borsa.

Giusto per rimanere in tema bancario, risalta particolarmente il disavanzo di Roberto Mazzotta. L'ex presidente di Cariplo e della Banca popolare di Milano ha accumulato un buco previdenziale di circa 900mila euro, essendo lontano dalla politica da circa un trentennio. Nel consiglio di amministrazione dell'istituto di Piazza Meda si è seduto come vicepresidente anche Mario Artali (-368mila euro), deputato socialista per una legislatura. Lasciò Bpm una volta nominato presidente del gruppo farmaceutico Sigma-Tau. Si può dire che Montecitorio sia stato un buon viatico per la carriera successiva. Un altro banchiere presente nell'elenco è l'ex deputato del partito liberale, Antonio Patuelli (-195mila euro). Eletto anni fa alla presidenza della Cassa di risparmio di Ravenna, è poi diventato il numero uno dell'Associazione bancaria italiana dopo le dimissioni dell'ex capo del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari. In ogni caso, Patuelli presenta un «rosso» previdenziale inferiore a quello del collega liberale pugliese Savino Melillo (-770mila euro).

È inferiore anche a quello dell'imprenditore ed ex ministro Francesco Merloni, capo della Ariston Thermo Group, la divisione termoidraulica dell'azienda fondata dal padre Aristide. Lui con le polemiche sugli esuberi di Whirlpool (che ha acquistato la Indesit Company dal fratello Vittorio) non c'entra nulla.

(7 - continua)

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