I dubbi di Bertolaso riaprono la partita del centrodestra a Roma

Continuano le fibrillazioni tra Salvini e Berlusconi: "Ora convergere su Meloni o Marchini". Malumori in Forza Italia, domani vertice

I dubbi di Bertolaso riaprono la partita del centrodestra a Roma

Roma - Un po' il pressing degli alleati; un po' il feeling traballante con i quadri di Forza Italia; un po' che lo stesso Bertolaso in privato ammette di essere disposto al passo indietro «ma solo se me lo chiede il Cavaliere»; fatto sta che la posizione di Mister Emergenze appare fragile. Ufficialmente Berlusconi continua a sostenerlo a spada tratta ma i borbottii nel partito proseguono. E nell'ipotesi, per ora smentita, che Bertolaso si ritiri, alcuni spingono perché si converga sulla Meloni, altri su Marchini. Maggiore chiarezza si avrà domani mattina quando Bertolaso incontrerà tutti i parlamentari azzurri di Roma.

Si segnala poi, segno che le diplomazie sono sempre al lavoro per trovare una semplificazione del quadro politico, un Marchini in totale difesa del Cavaliere e contro il Carroccio: «Ormai Salvini si è autoproclamato nell'ordine: 1) grande conoscitore dei romani ed esperto sondaggista al punto da decidere chi e come voteranno; badante di Berlusconi al punto da proclamarsi mediatore tra Berlusconi stesso e Bertolaso. Ma Berlusconi non mi sembra abbia bisogno di badanti e tutori, anche perché a differenza di Salvini, nella sua vita ha dimostrato di saper vincere; capo di Forza Italia al punto da dettargli la linea. Con simpatia gli consiglio prudenza e un po' di umiltà». Una nota che sembra scritta da un forzista.

Ma ieri è stato soprattutto il giorno del grande gelo con la Lega. L'imputato è Salvini, reo di aver usato l'accetta con una frase che non è piaciuta affatto in quel di Arcore. Eccola: «Sono qui per ribadire la mia totale disponibilità a fungere da mediatore, anche in questa fase di incomunicabilità tra Berlusconi e Bertolaso, perché il centrodestra vinca a Roma». Poco importa che dopo il capo del Carroccio abbia sottolineato di essere disposto a «trovare la quadra» perché «a me interessa unire, annodare, cambiare, rilanciare Roma dopo il disastro di Marino e le false promesse di Renzi».

Insomma, con la Lega è freddo polare e la proposta di fare il «mediatore» tra il Cavaliere e il suo uomo proprio non è andata giù. Così, parte una nota della fidatissima Deborah Bergamini che fa trapelare tutto il fastidio di Berlusconi: «Ringraziamo Salvini per essersi proposto come mediatore, ma facciamo fatica a capire cosa ci sia da mediare dal momento che noi abbiamo rispettato la parola data e gli accordi presi, mentre Salvini e Meloni no». Punto. E un altro fedelissimo, il senatore Marco Marin, rincara la dose: «Gli avversari sono il Pd e i 5 Stelle ma Berlusconi è imprenditore e uomo di sport che ha ottenuto fior di risultati. La competizione e il merito sono nel suo dna e noi siamo con lui». Insomma, ancora tutto fermo.

E i sondaggi non aiutano: «Ce ne sono di variabili che alimentano il dibattito, ma allo stato la situazione è immutata: Bertolaso è in campo e Berlusconi ritiene che lui sia il candidato migliore», dice Maurizio Gasparri. E anche Mister Emergenze ribadisce: «Ho il pieno sostegno dell'ex premier».

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