I due grandi sogni di Parisi: avere il 10% e fare le primarie

Il manager battezza Energie per l'Italia: «Subito una costituente e votiamo l'8 ottobre. Mi candido a leader»

I due grandi sogni di Parisi: avere il 10% e fare le primarie

D ire se «Energie per l'Italia» sarà davvero un «riferimento politico per i prossimi venti anni», come azzardato da Stefano Parisi nei giorni scorsi, è ovviamente una previsione sulla cui fondatezza solo gli dei della politica potranno giudicare. La certezza è che l'inizio è sicuramente incoraggiante e il biglietto da visita del movimento politico fondato dall'ex candidato sindaco del centrodestra per Milano attira curiosità e una partecipazione importante con più di 2.500 persone accorse da tutta Italia nella sala grande dell'Hotel Ergife per la convention nazionale. Presenze di simpatizzanti, militanti, ma anche di dirigenti politici di altri partiti già approdati o in via di avvicinamento verso il movimento di Parisi come Maurizio Sacconi, Nello Musumeci, Alberto Bombassei, Giovanni Monchiero, Guglielmo Vaccaro ex Pd ora nel Misto, Luigi Amicone, Raffaele Cattaneo, Ricardo Merlo, Luigi Compagna, Gabriele Albertini, ex dirigenti Publitalia come Maurizio Petrò e Marco Francia osservatori interessati come Corrado Clini, Ignazio Abrignani e Claudio Scajola.

L'intervento di Parisi è un invito a unire le forze per costruire un movimento politico che pensi in grande. «Dobbiamo tornare a essere protagonisti della politica, non per avere il 3% ma il 10%. Dobbiamo fare una cosa nuova, costruire una realtà in cui unire il meglio delle nostre culture politiche». C'è anche una data a cui il fondatore di Energie per l'Italia pensa: quella dell'8 ottobre per possibili primarie aperte del centrodestra per la leadership. «Facciamo una grande costituente, misuriamoci con il nostro popolo. L'8 ottobre andiamo a votare nel nostro interno per costruire un nuovo movimento politico. Io mi candido a essere il leader».

Parisi lancia un invito forte alla classe produttiva del Paese. «Mi appello agli imprenditori: non restate defilati, partecipate a questa grande costituente. Unitevi a noi per costruire insieme una nuova comunità politica, radicata nella società, democratica. Grillo vive nell'invidia, vuole espropriare le aziende e imporre 40 miliardi di tasse. Lo dico alle associazioni di imprese, commercianti, artigiani: venite a darci una mano! Costruiamo un programma di governo per liberare voi».

Il giudizio su Matteo Renzi è severo: «Abbiamo avuto tre anni con i tassi bassi, ma abbiamo usato i 26 miliardi solo per le campagne referendarie di Renzi che non hanno portato a nulla se non a drogare l'economia». C'è una stoccata per Forza Italia «non in grado di rigenerarsi». La sua impostazione è legata al sistema proporzionale perché «il maggioritario ci ha costretti a votare per forze in cui non ci riconoscevamo».

L'attenzione è rivolta soprattutto verso alcune idee-cardine dall'impronta fortemente liberale: «Dobbiamo liberare cittadini e imprese da una burocrazia inefficiente. Dobbiamo battere la rassegnazione, tagliare la spesa pubblica del 5% nei prossimi 5 anni. Ci vuole coraggio: blocchiamo il decreto e facciamo il referendum sui voucher. Questo Paese è meglio della Cgil!». Il tutto accompagnato da un inno a liberarsi dall'italico tabù del successo.

«Questo Paese deve liberato dall'odio e dall'invidia verso chiunque abbia successo, deve essere mosso dalla voglia del successo. Perché dobbiamo massacrare di tasse chi ha successo? Solo chi ha successo nella vita, crea occupazione e ricchezza».

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