Via i figlioletti alla coppia che amava solo i cuccioli

Lui consulente, lei casalinga: accudivano 12 cani. Ma per i giudici trascuravano i loro due bimbi

Via i figlioletti alla coppia che amava solo i cuccioli

Tornano in mente le parole di papa Francesco: «Quante volte vediamo persone attaccatissime ai cani, ma che lasciano senza aiuto gli esseri umani». Chissà se i giudici del Tribunale per i minorenni di Potenza, oltre che dalla legge, si sono fatti guidare pure da Bergoglio. Comunque sia, la decisione presa appare sacrosanta: due figli tolti a una coppia che mostrava di amare più i cuccioli di cani che i «cuccioli» di uomo. Quando gli assistenti sociali sono andati dalla famiglia al centro del caso in questione, hanno trovato nel giardino della villetta dodici cagnolini «ben accuditi» (e fin qui niente di grave), ma pure due bimbi «gravemente trascurati e in condizioni igienico-sanitarie decisamente precarie» (e qui la situazione si fa decisamente grave).

I genitori dei piccoli bipedi - nonché padroni dei piccoli quadrupedi - hanno subito promesso che si sarebbero liberati di 6 dei 12 cani per «poter avere più tempo da dedicare ai figli»; una risposta che ha peggiorato le cose, palesando chiaramente l'incapacità della coppia di rendersi conto dell'assurdità del proprio comportamento.

Tutto è iniziato, paradossalmente, da una denuncia per maltrattamenti sui cani, partita dai vicini di casa. L'Azienda sanitaria provinciale, intervenuta per verificare le condizioni degli animali, aveva rilevato che i cani erano ben accuditi e potevano girare tranquillamente sia all'interno dell'abitazione, sia in giardino. Un mese dopo, però, una nuova segnalazione, riguardante le condizioni dei bambini, ha fatto scattare l'allerta. Il preside della scuola frequentata dai figli della coppia, infatti, aveva denunciato le numerose assenze e anche la presenza di tracce di feci canine sul grembiule del più grande. Per questo motivo gli assistenti sociali, lo scorso dicembre, hanno prelevato i bambini da scuola. È così partito l'iter giudiziario, concluso con una sentenza in cui diritto e buonsenso collimano: «Nessun cane, anche se parte integrante della famiglia, può venire prima delle esigenze più importanti dei figli». Quindi il tribunale potentino ha deciso di togliere i due figli alla coppia lucana: lui consulente amministrativo, lei casalinga. Secondo il giudice entrambi sono, con «eguale grado di responsabilità», venuti meno al loro dovere di buoni genitori.

A rendersi conto che c'era qualcosa di anomalo è stata la preside dell'elementare frequentata dai bimbi: cos'erano quelle strane macchie sui grembiuli? Perché i due fratellini facevano tante assenze? Perché apparivano così introversi? Tutte spie di un disagio fisico (entrambi apparivano denutriti) e psicologico (erano taciturni e non avevano relazioni con i compagni) che i docenti hanno saputo interpretare esattamente. Immediata la telefonata di segnalazione ai carabinieri, con i sospetti della dirigente scolastica che hanno trovato piena conferma da parte dell'Arma.

Inevitabile a questo punto l'intervento dei servizi sociali che hanno prelevato i bimbi da scuola, affidandoli ad un casa famiglia.

Dure le parole della sentenza: «I bambini sono stati vittime di incuria affettiva, igienica ed educativa, oltre ad essere privati di relazioni sociali». I genitori impedivano infatti che i figli invitassero gli amichetti a casa. Motivo? «Non si poteva disturbare i cani».

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