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I grillini si oppongono al Mes, ira del Pd: "Così non si va avanti"

I pentastellati continuano a chiedere modifiche alla riforma del salva-Stati. Zingaretti avverte: "Vedremo se esistono le condizioni per la tenuta del governo"

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Il governo rischia di cadere sul Mes. Nonostante la profezia di Giancarlo Giorgetti, la vita dell'esecutivo potrebbe terminare proprio sulla riforma del salva-Stati: la maggioranza è letteralmente divisa, con il Movimento 5 Stelle che continua a chiedere urgenti modifiche. È pronto un documento in cui sono contenuti tutti i punti critici: è stato perciò chiesto al capo politico Luigi Di Maio di portarlo alle riunioni di maggioranza. I gruppi parlamentari, spronati ieri da Alessandro Di Battista, risultano essere compatti: l'intento è quello di chiedere rettifiche a Giuseppe Conte e a Roberto Gualtieri. Il presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia dovranno poi avanzare questa richiesta in Europa, riaprendo così un tavolo che gli altri Paesi consideravano virtualmente chiuso; l'Ecofin si riunirà per l'approvazione il 4 e il 5 dicembre; infine bisognerà passare per il Consiglio europeo del 12 e del 13 dicembre.

Tuttavia in Italia ci sarà un altro passaggio prima di arrivare al traguardo: nella giornata di lunedì 2 dicembre il premier sarà in Aula per riferire. Come riportato dall'edizione odierna de La Repubblica, alcuni 5S in rotta di collisione con il governo hanno tenuto a sottolineare: "Se fosse stato al Senato, dove i regolamenti lo consentono, avremmo chiesto un voto".

Crisi in vista?

Gli animi continuano a essere accesi, ma Nicola Zingaretti ha provato a riportare la calma avvertendo comunque che la pazienza non è eterna e presto potrebbe finire: "Bisogna rilanciare un programma chiaro e condiviso di innovazione per una nuova agenda del 2020, riaccendere l’economia, creare lavoro, sostenere la rivoluzione verde, rilanciare gli investimenti, semplificare lo Stato, investire su scuola, università, sapere. Il Pd è pronto, nella chiarezza e nella lealtà, a seguire questo impegno". Il segretario del Partito democratico ha poi lanciato un avviso chiaro: "Se queste condizioni politiche esistono lo si vedrà subito, nei prossimi giorni, quando si dovranno affrontare insieme, da alleati, provvedimenti importanti, a cominciare dalle posizioni dei partiti di maggioranza sul Mes".

Come se non bastasse, a far tremare l'esecutivo è anche la questione dell'autonomia: l'intesa è stata annunciata da Francesco Boccia, il ministro per gli Affari regionali. Ma gli alleati l'hanno sconfessata. "La proposta non è condivisa con il Parlamento: il governo e Boccia si fermino su questa assurda proposta di presentare un emendamento sull’autonomia differenziata in legge di Bilancio", lo stop del grillino Luigi Gallo. Gli ha fatto poi eco Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva in Senato: "Sull’autonomia differenziata prima di esprimere un’opinione vogliamo vedere i testi, per noi ancora ignoti. Sicuramente il tema non potrà essere affrontato in legge di Bilancio.

E deve prevedere un pieno coinvolgimento del Parlamento".

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