I guai di Salvini preso fra due fuochi

Il leader prepara Pontida per battere padani e maroniani

I guai di Salvini preso fra due fuochi

Roma È il tempo delle scelte per la Lega di Matteo Salvini. Dopo un'estate costellata da frizioni tra le varie anime e da numerosi interrogativi sul futuro, a settembre il Carroccio dovrà cercare di fare chiarezza e ridefinire la propria identità.

La mappa del malcontento segue un itinerario che passa innanzitutto attraverso le scelte «territoriali». Cosa fare del progetto «Noi con Salvini»? Vale la pena perseguire l'espansione verso il Centro e il Sud d'Italia oppure i deludenti risultati delle ultime Amministrative in queste aree rappresentano la conferma del velleitarismo di questo progetto? In questo senso la linea critica e autocritica esposta all'indomani del voto dal segretario della Lega Nord, Paolo Grimoldi, continua a fare proseliti. Grimoldi in quell'occasione invitò a tornare alle ragioni fondative della Lega: federalismo e Padania. «Non è andata come pensavamo» scrisse il dirigente leghista. «Percentuali alla mano, non posso esimermi dall'ammettere una sconfitta. In tutto il Nord, salvo alcune eccezioni, la lista Lega Nord ha perso voti. Credo si debba tornare a essere un Movimento-Sindacato dei nostri territori. Torniamo ad affrontare le questioni irrisolte del Nord». Chi, invece, ancora crede allo sbarco al Sud invita a valutare il responso delle elezioni politiche piuttosto che quello delle Amministrative, visto che non potendo contare su uno storico radicamento, si potrà puntare in quell'occasione sul voto di opinione e di protesta, legato alla malagestione del governo Renzi dell'emergenza immigrazione.

C'è poi da affrontare il tema del rapporto con Roberto Maroni che continua a rappresentare (e a rivendicare) il volto della Lega di governo, una divisione di ruoli che ovviamente Salvini non condivide (e che inizia a lambire anche il gruppo del Carroccio al Senato). Senza dimenticare che in Veneto resiste la stella di Luca Zaia. Il governatore continua a mantenere il suo classico basso profilo, ma qualora prendessero corpo le primarie di coalizione potrebbe aspirare a fare il grande salto.

Altro nodo è quello del rapporto con Forza Italia e Stefano Parisi. Salvini non ha speso per lui parole incoraggianti, mentre Maroni gli ha sostanzialmente spalancato le porte. Infine c'è la questione del congresso da convocare tra fine anno e l'inizio del 2017, congresso in vista del quale Salvini ha già annunciato la sua ricandidatura.

Il segretario della Lega ha già iniziato a lavorare sul territorio e il calendario è fitto di appuntamenti.

È chiaro, però, che i riflettori sono puntati soprattutto sul raduno di Pontida di metà settembre dove le porte verranno aperte anche agli alleati, in primis a Giovanni Toti, Raffaele Fitto e Giorgia Meloni. In sostanza la generazione dei quarantenni con i quali Salvini ha da sempre maggiore sintonia.

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