Per i pm il sisma si può prevedere, la pioggia no

A L'Aquila condannati per non avere dato l'allarme sisma, a Genova nessuna colpa

Per i pm il sisma si può prevedere, la pioggia no

Dura la vita dell'«esperto» in cataclismi naturali. Se, come nel caso dell'alluvione di Genova, l'allarme non lo lanci, rischi l'incriminazione per omicidio: ma la cosa si trascina per anni, se non per decenni (nel capoluogo ligure gli allagamenti sono ormai considerati «normali»).

Se invece, come nel caso del terremoto dell'Aquila, l'allarme lo lanci in modo inadeguato, rischi lo stesso l'incriminazione per omicidio, però la condanna giunge in tempi record.

Come dire: l'alluvione è imprevedibile, mentre il terremoto no. Tesi, ovviamente, che non sta né in cielo né in terra. Ragion per cui consigliamo agli «esperti» di lasciar perdere le previsioni e imboscarsi dietro una scrivania.

Ma bisogna salvare almeno la faccia. E allora dal tribunale ligure ecco il solito annuncio: «Nell'ambito dei nostri accertamenti dovremo chiarire per quale motivo i cittadini genovesi non sono stati allertati dagli organi preposti sulle reali condizioni meteo», ha dichiarato ieri il procuratore di Genova, il quale, dopo la notizia della morte dell'infermiere annegato in via Canevari, ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo; nell'ambito dell'inchiesta dovrà essere chiarita la causa della «totale assenza di comunicazione».

Sotto la lente dunque gli organi di protezione civile, proprio nel giorno in cui si sarebbe dovuta inaugurare la nuova sala di protezione civile con il piano per prevenire ciò che è avvenuto nella notte.

Nelle stesse ore, nel capoluogo abruzzese, il procuratore dell'Aquila alla fine della requisitoria ha chiesto per i 7 imputati della Commissione grandi rischi, la conferma della sentenza di primo grado, (sei anni di reclusione) tranne la pena accessoria dell'interdizione dei pubblici uffici. Motivo: l'allarme che lanciarono prima del sisma fu sbagliato.

Peccato che il concetto di «allarme sbagliato» risulti piuttosto aleatorio nell'ambito di fenomeni (come appunto il terremoto) impossibili da prevedere.

Ma il procuratore dell'Aquila rigetta al mittente ogni rilievo: «Ancora si parla di processo alla scienza contestando il lavoro della procura e del giudice, giocando sull'equivoco dell'accusa e della condanna di non aver previsto il sisma. Le voci fuori dal processo sono importanti, non è vero che non abbiamo orecchie per sentire in quest'aula». Il procuratore tiene invece a precisare che «non si tratta di un processo alla scienza, ma ad un'errata analisi degli indicatori di rischio e ad una non corretta informazione di questa analisi». Insomma, sia a Genova che a l'Aquila, a prescindere dalla tempestività degli allarmi, a parere dei pm ci troviamo comunque dinanzi a «imprudenza, negligenza e incoscienza nel tipo di valutazione».

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applica in casa e costa 99 euro. Frutto di uno studio tutto italiano riconoscerebbe (il condizionale è d'obbligo) le onde magnetiche che precedono le vere e proprie scosse telluriche. In attesa del solito terremoto giudiziario.

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