
L’attrazione dei capitali italiani verso l’estero non è più un sospetto attribuito dai grillini a presunti complotti dei poteri forti. Ma è certificata dalla Bri, la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea. Secondo i dati diffusi dall’organismo, a fine primo semestre 2018, cioè dopo la campagna elettorale delle Politiche fino all’insegnamento del governo Conte, erano custoditi in Svizzera 11,5 miliardi di euro di capitali italiani. Soprattutto in Canton Ticino, il 5 per cento in più rispetto all’anno precedente.
"Con il perdurare delle difficoltà e delle discussioni sul piano finanziario fra Roma e l'Unione europea- ha detto al corriere del Ticino il presidente dell'Associazione Bancaria Ticinese, Franco Citterio.- l'interesse per i depositi in Svizzera è ancora attuale e ci sono continue richieste di informazioni per l'apertura di un conto nel nostro Paese".
Il ritorno dei capitali italiani è una boccata d’ossigeno visto che con la caduta del segreto bancario - il muro che faceva della Svizzera il paradiso dei flussi neri di denaro - aveva fatto perdere solo nel Canton Ticino 240 posti di lavoro. Senza segreto era diventato meno attraente.
Lo spread, l’incertezza per le misure economiche, e lo spettro di una patrimoniale hanno poi fatto scattare la corsa agli sportelli oltre confine nella speranza di trovare un porto sicuro per i propri risparmi, al riparo dall’instabilità.
In questa emigrazione finanziaria, la Svizzera non è l’unica meta. Sulla cartina dei rifugi sicuri agli occhi degli italiani è cerchiata in rosso anche l’Austria.
Appena oltre la frontiera con l’Italia cresce il pellegrinaggio di italiani che negli ultimi mesi si stanno rivolgendo alle banche austriache per aprire conti correnti in valute estere e non solo. Qui il picco dei depositi italiani c’è stato a giugno, col governo Conte appena entrato a Palazzo Chigi. I risparmi provenienti dal Belpaese hanno superato il miliardo di euro, arrivando a toccare quota 1,4.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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