Coronavirus

Covid, l'Europa trema ancora. Ma l'Italia non sorride: contagi e ricoveri in aumento

Ieri 6.764 casi, record da agosto. E l'Rt torna sopra l'1. Ma i nostri dati sono 5-6 volte più bassi della media continentale

Covid, l'Europa trema ancora. Ma l'Italia non sorride: contagi e ricoveri in aumento

DDi sorridere forse non abbiamo voglia, ma certo l'Italia nel campionato europeo del Covid è oggi tra quelli che giocano meglio. Ovunque i dati sui contagi sono allarmanti e l'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e la cura delle malattie, nel suo rapporto pubblicato ieri individua nove Paesi con una situazione estremamente preoccupante, quasi tutti dell'Est (più Grecia e Paesi Bassi); e altri dodici con alta preoccupazione tra cui la Germania. Preoccupazione media per cinque Paesi tra cui la Francia, bassa per Cipro e Italia e molto bassa per Malta e Spagna. Ma, si badi, secondo l'agenzia europea tutti i tassi peggioreranno nelle prossime settimane.


In Europa l'incidenza settimanale dei contagi è attualmente di 306,2 per 100mila abitanti e quello di mortalità di 27,2 per milione di abitanti, mentre la percentuale di vaccinati completi è il 64,4 della popolazione totale. In tutti questi indicatori l'Italia è messa assai meglio, anche se ieri l'Iss ha segnalato lo sfondamento di quota 1 dell'indice Rt, passato da 0,96 a 1,15 in una settimana. Con i 6.764 casi registrati ieri (comunque record dal 28 agosto quando furono 6.860) si toccano i 32.913 casi negli ultimi sette giorni, con un'incidenza di 55,54 casi ogni centomila abitanti, quasi sei volte inferiore alla media dell'Europa. Non si saliva sopra quota 50 dalla settimana 11/17 settembre (52,61) e non si superava questo dato dai 61,80 della settimana 4/10 settembre. Il numero dei decessi con i 51 di ieri tocca i 297 negli ultimi sette giorni, in aumento rispetto alle precedenti settimane. Per trovare un dato peggiore bisogna arrivare alla settimana dal 25 settembre al 1° ottobre (370). L'incidenza è però di 5,01 morti per milione di abitanti, più di cinque volte inferiore al dato europeo. In crescita anche i ricoveri totali (ieri erano 3.519 contro i 3.007 di sette giorni prima e i 2.786 di 14 giorni prima) e le terapie intensive occupate da pazienti Covid (395 contro i 349 di sette giorni prima e i 343 del 22 ottobre).

I vaccinati totali nel nostro Paese sono 44.987.592, pari all'83,30 della popolazione over 12 e al 75,91 per cento della popolazione totale, quindi 11,5 punti percentuali meglio della media del continente.
Tutti gli altri Paesi tremano e corrono ai ripari. In Germania, che ieri ha registrato 37.120 nuovi casi di Covid-19 e 154 decessi, il ministro della Salute Jens Spahn e i colleghi dei vari Länder hanno concordato di estendere la terza dose del vaccino a tutti, sei mesi dopo la precedente iniezione. Bodo Ramelow, presidente del land della Turingia, dove i posti in terapia intensiva scarseggiano, ha fatto sapere che «non saremo più in grado di garantire a chi arriva in ospedale da non vaccinato che verrà curato qui». In Francia il Parlamento ha approvato l'estensione dell'uso del green pass fino al 31 luglio 2022. Il presidente Emmanuel Macron appare molto preoccupato e studia nuove misure, come l'obbligo della terza dose di vaccino per i più vulnerabili e l'immunizzazione dei bambini. In Belgio il numero dei casi è simile a quello dell'ottobre 2020 (6.728 al giorno di media negli ultimi 14 giorni). «Le persone devono prepararsi a lavorare da casa», avverte il ministro della Salute Frank Vandenbroucke. E l'Austria con 9.388 casi registrati ieri, a un passo dal record di 9.586 di un anno fa, ha adottato la regola delle 2-G, un lockdodoen per no vax che consente certe attività solo a persone vaccinate (Geimpft) o guarite nei sei mesi (Genesen).

E la piccola Islanda reintroduce l'obbligo di mascherine nei negozi e dove non possa essere garantito il distanziamento.

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