Ma in India resta Argo, il cane che ha «curato» il fuciliere

Il fedele golden retriever è stato fondamentale nell'angoscia di Salvatore

Nino Materi

Argo lo ha salvato dall'angoscia. Una specie di psico-pet-therapy fatto di sguardi e carezze. Reciproci. Argo capiva che al suo amico marò mancavano gli affetti più cari; il marò sapeva che quel cane poteva farlo sentire meno solo. E oggi, per Salvatore Girone, c'è un solo grande rammarico: tornare in Italia senza di lui, il suo compagno più fedele.

Il golden retriever che dalla scorsa estate fa da «scorta» al nostro fuciliere di marina, è infatti rimasto a New Delhi per «problemi burocratici» e sarà imbarcato solo nei prossimi giorni verso l'Italia.

Non essendo stato possibile procurare in poche ore i documenti di espatrio richiesti dalla compagnia aerea, il «sergente Argo» è stato preso in consegna dall'addetto militare Roberto Tomsi, seguito amorevolmente dalla moglie di Tomsi, Benedetta Biondi, che dell assistenza ai cani in difficoltà ha fatto una ragione di vita.

Intanto l'ambasciata d'Italia sta completando le formalità che permetteranno al cane di lasciare a sua volta l'India verso Roma, la prossima settimana. Un legale, quello tra Salvatore e Argo, che fa venire in mente narrazioni dalla struttura poderosa, impossibili da dimenticare per via della loro bellezza, della profondità, della verità che contengono. Una di queste è il passo dell'Odissea in cui Argo riconosce il suo amico umano Ulisse.

La storia è nota: Ulisse torna a casa dopo vent'anni di assenza e si maschera per non farsi riconoscere. Ma non può nascondersi agli occhi del suo cane che, dopo vent'anni, ancora lo ricorda.Allevato come cane da caccia dall'eroe prima di partire per Troia, nel poema di Omero compare in un passo, ad Itaca, soltanto nella terza e ultima parte: ormai vecchio, disteso su cumuli di letame di muli e buoi addossato dinanzi all'ingresso, tormentato dalle zecche; ugualmente, riconosce subito il padrone Odisseo (travestito da mendicante) dopo averlo lungamente atteso nonostante la prolungata assenza, e agita la coda, abbassa le orecchie, non avendo la forza di avvicinarsi a lui.

Argo allora viene preso dalla nera morte per sempre , dopo essere riuscito a rivedere alla fine Ulisse dopo vent'anni, e Odisseo si asciuga di nascosto una lacrima (l'unica che versa in tutto il suo ritorno).

Il cane Argo rappresenta, nella mitologia, la fedeltà nei confronti dell'uomo.

Ma Salvatore Girone sa bene che la rappresenta anche - e soprattutto - nella realtà. Tra pochi giorni Argo rivedrà un soldato che ne ha passate tante. Anche qui in Italia c'è da giurare che Argo rimarrà al suo fianco. Amico vero. Più di tanti finti amici.

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