Invece Giachetti imbarca un trans nelle sue liste

Alessandro Campanella è una persona «che ha fatto un cambiamento di genere», come spiega in un'intervista al Tempo di Roma. «Ma sono cristiana e dico: non giudicare»

Invece Giachetti imbarca un trans nelle sue liste

Roma Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ma non su Alessandro. Per meglio dire: Alessia. Che di cognome fa Rossini. Anzi no, sarebbe meglio specificare: Campanella.

Candidata/o a Roma (questo è certo) nella lista messa su dal Psi di Nencini per sostenere il piddino Giachetti, «Una Rosa per Roma. Laici, civici e socialisti» con capolista il giornalista Aldo Forbice, Alessandro Campanella è una persona «che ha fatto un cambiamento di genere», come spiega in un'intervista al Tempo di Roma. «Ma sono cristiana e dico: non giudicare». Laica eppure cristiana. Una persona di sicuro dal vissuto particolare, che dopo tanti mestieri ora gestisce un club privé. «L'ho creato con le mie mani - racconta - anche perché tanti, quando conoscono il tuo nome reale cominciano a fare gli scemi. Quando presenti il documento ricadi nel pregiudizio, c'è chi ti fa i complimenti e chi ti giudica. Allora mi sono creata io la mia alternativa lavorativa: un club per persone libertine, il Bad Romance a Testaccio».

Sulla lista gli elettori troveranno una confusa identità: «Alessandro Campanella detto Alessia Rossini», ma lei, la candidata, ha le idee ben chiare. «Alessandro non lo conosce più nessuno, per chi mi conosce ormai da anni sono Alessia». Tutto cominciò durante il periodo in cui lavorava al Coni, Federazione nuoto, da cui si allontanò vittima di pregiudizi «quando ho cominciato il cambiamento». Una storia come tante, tra le persone che sentivano preponderante in sé la personalità femminile, ma racchiusa in corpo da uomo. Quasi normale, oggi che la moda fa propendere verso il transgender, persona in bilico tra i due sessi assurta quasi a modello giovanile di anticonformismo fuori da ogni cliché. Invece Alessia sembra assuefatta all'ordinaria vita borghese, «di una che non si piange addosso» e che scende in campo perché «a Roma ci sono problemi gravi, pratici e funzionali». Uno, in particolare, caro ai giovani dediti alla vita notturna: la penuria di collegamenti ferroviari e tramviari dovuta alla crisi.

Roma non è Berlino o New York, dove tutto funziona a qualsiasi ora. E alla Rossini piacerebbe anche ripristinare il bigliettaio sul bus, per nulla retrò. Servirebbe, e non solo di notte. «Sai quanti posti di lavoro», sogna.

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