Esiste un preciso piano per avvicinare e avvelenare le menti dei bambini e degli adolescenti italiani. Irretendoli, plagiandoli, convincendoli a convertirsi all'Islam. Ne fanno parte diversi soggetti disseminati in Europa. Le forze dell'ordine e i servizi segreti italiani sono riusciti a creare una mappa e un'organigramma della struttura che opera nel nostro Paese.
Una inchiesta top-secret che sta dando i primi risultati ma che continuerà ancora per molto tempo. Il «ricambio» dei formatori e degli educatori che inneggiano ad Allah è in continua evoluzione, e un dato non è mai definitivo.
Alle nostre latitudini opera una «cellula» di cui fanno parte sei persone. Quattro uomini e due donne. Sono attivi esclusivamente sul web, non fanno proselitismo di strada né lavorano nelle moschee. Si spostano però velocemente a cavallo dei byte, come uccelli che zigzagano in cielo, per evitare le «trappole» che gli investigatori hanno disseminato nella Rete. Per lo più, i sei usano nickname di fantasia o i nomi arabi di copertura. Uno dei loro territori di caccia più ricchi sono i social network e, in particolare, Facebook. Grazie a forum virtuali, pagine fan e gruppi chiusi, a cui si accede solo tramite invito o presentazione, possono muoversi in (discreta) libertà.
Alcuni abitano in Puglia, a Bergamo, a Roma. Due sono di origine tunisina ma si sono trasferiti in Italia da anni. Risiedono a Bologna e a Bolzano. Un altro, invece, è un tedesco di radici siciliane (originario di Trapani) che fa parte di un più ampio programma dell'«Internazionale islamista» - ribattezzato Lies, per combattere le bugie degli infedeli che dalla Germania si sta espandendo nel resto dell'Europa centrale per portare il Corano nelle scuole e nelle case.
Pur non mostrando esplicitamente connessioni a movimenti violenti o rapporti diretti con la macchina della propaganda dello Stato Islamico, i sei reclutatori si caratterizzano per una violentissima attività anti occidentale e soprattutto anti ebraica. I loro obiettivi principali sono gli odiati sciiti e quanti commentano, condividono o sostengono le posizioni più apertamente filo-Usa.
I loro nomi sono emersi nell'ambito delle ricerche attivate dopo la sospetta conversione di Karim Abdul, il 14enne napoletano che ha improvvisamente deciso di abbracciare il Verbo di Maometto. Il ragazzino è stato ghermito sul web è la convinzione degli inquirenti e assoggettato, con un lavoro psicologico durato settimane o forse addirittura mesi, a una nuova visione della fede religiosa e della vita. Karim Abdul continua a vivere con i genitori, una tranquilla coppia, nella provincia vesuviana ma ha cambiato completamente la sua esistenza, e anche al liceo si firma con la nuova identità araba. Segue rigidamente i precetti della Dottrina.
Non vuole commettere errori che pregiudichino il suo Cammino.È un ragazzo con pochissimi amici; è molto studioso e non ha mai dato segni di insofferenza. Almeno fuori da quella sterminata prateria chiamata Facebook dove tutto può accadere.
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