Italia tra i 5 paesi Ue dove il pieno costa di più

Pesano le tasse. Ma il costo industriale è più alto sia in Francia sia in Germania

Italia tra i 5 paesi Ue dove il pieno costa di più
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Per quanto riguarda il prezzo medio alla pompa, l'Italia è nella top cinque dei Paesi europei più costosi sia per la benzina sia per il diesel. Questo almeno è quanto emerge dall'ultima rilevazione ufficiale della Commissione europea, datata 14 agosto. Per quanto riguarda la benzina, infatti, il nostro Paese è quarto con un prezzo medio di 1,939; vanno oltre solo Olanda (2,080), Danimarca (2,047) e Grecia (1,966). Mentre sul fronte diesel (da noi a 1,827) è quinto dietro a Svezia (2,053), Belgio (1,887), Danimarca (1,835) e Francia (1,834). Il confronto è sulla base della tariffa applicata ai distributori self service, dal momento che il cosiddetto «servito» è presente solo in Italia e in pochi altri Paesi.

Sul nostro prezzo finale, tuttavia, pesano parecchio Iva e accise che da noi sono tra le più alte d'Europa (valgono il 55,6% per la benzina e 51,8% per il diesel calcolato dal ministero dell'Ambiente sui prezzi del 14 agosto). Pertanto, tornando ai dati divulgati dalla Commissione europea, la classifica dei soli prezzi industriali (al netto quindi di tasse e accise) è ben diversa: in Italia il gasolio costa 0,880 al litro e la benzina 0,860 posizionandosi al di sotto della media europea che è, rispettivamente, di 0,923 e 0,879 euro per litro. Limitando il confronto ai Paesi con economia e dimensioni paragonabile a quelle di Roma si nota come il prezzo industriale sia maggiore per Germania (0,887 per la benzina e 0,946 per il diesel), Francia (0,902 e 0,919) e Spagna (0,925 e 0,931).

Numeri alla mano, quindi, la frase del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il quale affermava che «il prezzo industriale della benzina depurato dalle accise è inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania» risulta corretta. Il capo del Mimit era stato molto criticato dalle opposizioni per la fiammata sui prezzi delle ultime settimane. In particolare, il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Partito democratico, si era spinto a dire che «le misure contro il caro carburanti varate in pompa magna dal governo Meloni si sono rivelate un buco nell'acqua».

Dal governo, invece, lo stesso ministro Urso ha ribattuto al Tg1 che il provvedimento sui «cartelloni dei prezzi medi, che ogni distributore deve esporre dal primo agosto, permette al cittadino di scegliere dove rifornirsi al prezzo più basso», aggiungendo infine che «In Italia il prezzo industriale di benzina e gasolio, depurato quindi dalle accise, è stabilmente più basso di Germania, Francia e Spagna. Ci siamo riusciti». La sensazione, quindi, è che la stroncatura delle opposizioni, ad appena due settimane dall'entrata in vigore della nuova normativa, sia quanto meno prematura e che probabilmente sarà necessario più tempo per valutarne compiutamente gli effetti. Di certo, però, già ora si può dire che in un periodo di picco sui prezzi - e anche di grande volatilità sui prezzi ai singoli distributori come dimostra il caso clamoroso sull'autostrada Milano-Varese a 2,7 al litro - avere la possibilità di un confronto attraverso il cartello con il prezzo medio può essere d'aiuto per il consumatore.

Intanto, guardando l'evoluzione dei prezzi sembra che l'ondata di rincari sia prossima alle battute conclusive.

Stando alle ultime rilevazioni del Mimit, infatti, ieri il gasolio in autostrada si è attestato a 1,928 euro e la benzina a 2,019, più o meno in linea con i giorni precedenti. Se invece si guarda a tutti gli altri distributori (sempre in regime di self service) il gasolio è sceso di un millesimo a 1,842 euro, mentre la benzina è rimasta invariata a quota 1,944 euro.

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