In Italia un povero su quattro è un bimbo

L'allarme dell'Istat: cresce l'indigenza minorile, oltre un milione di casi. E le famiglie con figli soffrono di più

In Italia un povero su quattro è un bimbo

Roma - In Italia continua a crescere la povertà minorile. Sono più di un milione i bambini e gli adolescenti che vivono in condizioni di degrado: il 25,5 per cento è a rischio indigenza, un minore su quattro. I dati dell'Istat del 2014 sono allarmanti, stabili rispetto all'anno precedente ma notevolmente peggiorati dall'inizio della crisi, che ha portato il numero dei soggetti poveri dagli 1,8 milioni del 2007 ai 4,1 milioni del 2014. Fredde statistiche, che non fanno notizia se non si pensa cosa c'è dietro a quei numeri, se non si conoscono le storie di chi non ce la fa, di chi soffre perché teme di non potere assicurare un futuro ai proprio figli. E neppure il presente.

Se n'è accorto anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che proprio qualche giorno fa ha annunciato l'inserimento nella prossima legge di Stabilità di misure per aiutare le fasce più deboli, in particolare i minori che vivono in situazioni di povertà assoluta. Allo studio del governo ci sono un mix di interventi, che va da sostegni diretti, come un bonus, a quelli indiretti, come l'aiutare i genitori a trovare un lavoro. «In attesa di conoscere al più presto i dettagli del provvedimento - ha commentato di Raffaela Milano, di Save the Children - ci auguriamo che quello annunciato dal premier sia finalmente un intervento strutturale, un vero e proprio piano di contrasto alla povertà minorile, che risponda all'emergenza attuale, ma che preveda anche misure di medio e lungo termine».

È al Sud che le cose vanno peggio. È proprio nel Meridione, infatti, che si concentra quasi la metà della popolazione che non ce la fa a vivere dignitosamente (il 45,4 per cento) e nei piccoli comuni del Mezzogiorno la povertà assoluta è quasi doppia rispetto a quella rilevata nelle aree metropolitane. Al Nord, invece, vive male il 38,5 per cento degli individui, la maggior parte dei quali risiede nelle aree metropolitane, mentre il restante 16 per cento dei poveri si trova al Centro. In Italia le famiglie indigenti sono 1,4 milioni, il 5,7 per cento di quelle che risiedono nel Paese, una percentuale che è quasi raddoppiata rispetto al 2007. A soffrire di più sono i nuclei familiari con più figli e quelli composti da stranieri, in questo caso la percentuale di famiglie povere risulta sei volte superiore a quella dei nuclei composti di soli italiani e di tre volte superiore nel caso di famiglie miste. E se si confrontano i dati con quelli degli anni passati si scopre che l'incidenza della povertà assoluta è peggiorata per le famiglie con minori, mentre è rimasta stabile in quelle con anziani. I numeri dell'Istat consentono anche di capire quali soggetti hanno risentito maggiormente della crisi. Quella dei giovani è senz'altro la categoria più penalizzata: per loro l'incidenza della povertà assoluta è quadruplicata (dall'1,9 per cento del 2007 all'8,3 per cento del 2014) ma anche per le altre fasce di età è cresciuta di almeno quattro punti.

Sulle condizioni di vita incide naturalmente anche il titolo di studio: l'incidenza della povertà è passata dal 6,5 all'8,4 per cento tra coloro che non hanno alcun titolo, dal 3,2 per cento al 7,8 per cento per chi ha terminato le scuole medie e dal 1,2 per cento al 3,2 per cento per chi ha un titolo superiore.

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