Italicum, Cuperlo minaccia la fine della legislatura

Dopo l'epurazione di dieci dissidenti dalla commissione Affari costituzionali della Camera che sta discutendo l’Italicum, le opposizioni annunciano l'Aventino in Commissione Affari Costituzionali. Governo a rischio?

Italicum, Cuperlo minaccia la fine della legislatura

“La fiducia sarebbe uno strappo serio che metterebbe seriamente a rischio la prosecuzione della legislatura, perché ci sarebbe da parte delle opposizioni tutte una reazione molto molto severa”. A lanciare l’allarme al governo Renzi è Gianni Cuperlo che passa al contrattacco dopo che è stata decisa la sostituzione dei dissidenti nella commissione Affari costituzionali della Camera che sta discutendo l’Italicum.

A Cuperlo ha prontamente risposto il renziano David Ermini, responsabile giustizia del partito: "Questa legislatura è nata per fare le riforme. Se le riforme non si fanno è giusto che finisca la legislatura, su questo non c'è dubbio e la prima di tutte le riforme è quella costituzionale e quindi anche quella elettorale". "Nel 2013 – ha ricordato Ermini - il giorno in cui abbiamo eletto Napolitano presidente della Repubblica per la seconda volta tutti abbiamo preso l'impegno addirittura l'allora segretario del Pd Bersani fece il governo con Berlusconi, per fare le riforme. Se non si possono fare è giusto andare a casa”. Ermini, infine, si è polemicamente chiesto: “Se dobbiamo stare qui a non decidere, a rimandare mentre il paese non è in grado di ripartire, ditemi voi cosa ci stiamo a fare?". Rosy Bindi, anche lei tra i dieci “epurati”, si rivolge direttamente a Matteo Renzi per trovare una soluzione: “Spero nella saggezza del segretario del partito e presidente del Consiglio, perché la legge elettorale è cosa molto importante. Il governo non dovrebbe metterci la testa sopra e lasciare il libero confronto in Parlamento, tanto più che tutti lavoriamo per fare una nuova legge elettorale e per farla migliore".

Nel frattempo, però, maggioranza e minoranza del Pd si sono punzecchiati per tutta la giornata a suon di dichiarazioni e tweet. Da un lato i renziani come il senatore Andrea Marcucci che su Twitter ha ammonito i dissidenti ricordando loro che: “i parlamentari in Commissione rappresentano la posizione del gruppo, non sono liberi pensatori. Se sono contrari, si fanno sostituire. È la democrazia". Oppure il fedelissimo Ernesto Carbone che ha scritto un tweet altamente polemico: “Molti colleghi dopo l'approvazione in assemblea della proposta Cuperlo hanno chiesto di essere sostituiti .qual è il problema? #memoriacorta”. “Manco la pravda” è stato il commento pungente di Chiara Geloni, l’ex direttrice di Youdem, bersaniana di ferro e autrice del libro “Giorni bugiardi” sull’impallinamento di Romano Prodi. Nel corso della giornata, infatti, anche il dissidente Alfredo D’Attorre si era affrettato a precisare, a nome della minoranza: “nessuno di noi chiede di essere sostituito dalla prima commissione. Vedremo quello che deciderà il partito ma, semmai, si tratterà di una sostituzione d'imperio".

Dal canto loro, le opposizioni, insieme a Scelta Civica, minacciano l'Aventino in Commissione per far mancare il numero legale nel caso in cui le dieci sostituzioni dovessero diventare realtà. Matteo Renzi ha i giorni contati a Palazzo Chigi?

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