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Italicum da rifare, non piace a 2 italiani su 3

Riforme, rimane indeciso il 49% degli intervistati Il fronte del No resta in vantaggio sul Sì con il 53%

Italicum da rifare, non piace a 2 italiani su 3

Nelle cronache politiche il referendum costituzionale previsto per novembre (o per dicembre?) trova sempre largo spazio. E un risalto analogo è assunto dal dibattito sul cosiddetto Italicum, distinto dalla riforma costituzionale ma spesso associato nel dibattito politico. Tanto che diversi leader politici condizionano la scelta di voto nella consultazione referendaria ad una modifica dell'Italicum.

Malgrado tutto il parlare, l'elettorato appare ancora oggi perlopiù disinformato su entrambe le questioni. Solo poco più del 15% dichiara di conoscere «abbastanza bene» i contenuti del nuovo sistema elettorale. Questi «informati» si trovano ovviamente in misura maggiore tra chi possiede titoli di studio più elevati: ma anche tra i laureati superano di poco il 30%.

C'è poi un segmento molto più ampio (31%) che afferma di conoscere solo «a grandi linee» la nuova legge elettorale. Costoro sono più numerosi nelle classi di età centrali (tra i 30 e i 50 anni) e, specialmente, nell'elettorato del Pd (e in qualche misura in quello M5s).

Ma la maggioranza non sa nulla del provvedimento. Il 31% dichiara di averne sentito parlare, senza però essere al corrente dei contenuti. E il 22% ignora anche il fatto che sia stata approvata una qualche legge elettorale. Nell'insieme, dunque, più del 50% non conosce la riforma.

Anche sul prossimo voto referendario lo scenario appare nebuloso. A tutt'oggi una netta maggioranza, oltre il 60%, non ha ancora maturato la propria scelta di voto. Nel dettaglio, più del 10% ha già deciso di non andare a votare, un altro 20% è indeciso se recarsi a votare o meno (quindi per ora l'astensionismo potenziale è al 30%) e il 29%, pur preannunciando l'intenzione di esprimere un voto, si dichiara ancora insicuro sulla scelta da compiere tra il «Sì» e il «No».

Insomma, per il referendum l'indecisione o la voglia di astenersi sembrano ancora prevalere. Entrambe risultano più diffuse tra le persone meno giovani, con una accentuazione dell'intenzione a non recarsi alle urne tra chi ha oltre 65 anni (ove essa tocca il 50%) e una più ampia indecisione sul voto tra chi ha più di 50 anni. L'incertezza è presente nell'elettorato attuale di tutti i partiti, ma e questo è probabilmente il dato più significativo specialmente tra quelli schierati per il «No». Si va infatti da un 13% di indecisi rilevabile all'interno dei votanti Pd al 30% presso gli elettori del Movimento Cinque Stelle, sino al 37% riscontrato nella base elettorale di Forza Italia. È soprattutto il fronte del «No», dunque, a dovere ancora convincere e persuadere pienamente i suoi sostenitori potenziali.

Nonostante questa circostanza, restringendo l'analisi solo a chi ha già deciso il proprio voto, l'opzione che respinge la riforma proposta si attesta al 53%, con una distanza dunque di 6 punti dalle quotazioni del «Sì», che sono, assieme all'indecisione e all'intenzione di astenersi, più diffusi tra l'elettorato ultracinquantenne, ove superano il 50%. Ma tra i giovani prevalgono nettamente i «No» che tra gli under 24 conquistano addirittura tre elettori su quattro.

Assai più consolidato appare l'atteggiamento negativo sulla riforma elettorale, l'Italicum. In realtà l'opinione su quest'ultimo è largamente determinata dal livello di conoscenza del tema e dall'orientamento politico generale. Nell'insieme, la maggioranza (63%) esprime la propria contrarietà all'Italicum. Con una ovvia forte accentuazione (78%) tra quanti dichiarano l'intenzione di votare per Forza Italia e, anche, tra gli elettori M5s malgrado quest'ultimo, secondo la gran parte degli osservatori, appaia favorito specialmente al ballottaggio dal nuovo sistema elettorale. Viceversa, tra i sostenitori del Pd prevale nettamente (73%) l'approvazione della riforma.

Nell'insieme, dunque, il panorama della consapevolezza degli italiani su entrambe le questioni la riforma costituzionale e l'Italicum risulta denso di incertezze. Con una più o meno diffusa avversione ai provvedimenti proposti.

Che si inquadra nella più generale insoddisfazione che sembra connotare oggi l'elettorato.

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