Dopo settimane di accuse e scontri durissimi il Senato conferma il giudice Brett Kavanaugh alla Corte Suprema, facendo incassare al presidente Donald Trump una vittoria chiave. Forse la più importante dal suo ingresso alla Casa Bianca, a un mese dalle cruciali elezioni di midterm. «Sarà un grande giudice», ha esultato il tycoon dopo la nomina, con 50 voti a favore e 48 contrari. «Penso che ci renderà tutti molto orgogliosi», ha aggiunto, è una «persona straordinaria», con un «enorme talento».
A spianare la strada a Kavanaugh, al termine di una furiosa battaglia politica scatenatasi intorno alle accuse di molestie sessuali contro di lui, è stata proprio una donna, la senatrice repubblicana del Maine Susan Collins, una dei quattro incerti. Collins dopo un discorso di quasi un'ora ha annunciato il suo sì, giustificando la decisione in nome del principio della presunzione di innocenza in seguito all'indagine dell'Fbi, che a suo avviso non ha corroborato le accuse mosse da Christine Blasey Ford. Il democratico Joe Manchin, in corsa per la rielezione nello stato «rosso» del West Virginia, ha poi blindato la conferma con il suo via libera. La maggioranza ha permesso di non ricorrere al vicepresidente Mike Pence, in aula per guidare la seduta, il cui voto è decisivo nelle situazioni di stallo (50 a 50). Nelle file del Grand Old Party l'unica a schierarsi per il no è stata Lisa Murkowski, anche se alla fine non ha espresso il suo voto per compensare quello a favore del collega Steve Daines, in Montana per il matrimonio della figlia. Mentre l'altro indeciso Jeff Flake si è allineato. Su Twitter Trump ha scritto: «È un grande giorno per l'America». Ed è un grande giorno anche per il presidente e per i repubblicani, che hanno portato il secondo giudice conservatore nella Corte Suprema dopo Neil Gorsuch, spostandone verso destra gli equilibri politici per i prossimi decenni. Kavanaugh, 53 anni, sostituisce il giudice Anthony Kennedy. Ed è «altamente qualificato per la Corte», ha commentato da parte sua la first lady Melania Trump dall'Egitto, ultima tappa del suo viaggio in Africa. Precisando poi di essere «contenta» che Ford, la prima accusatrice comparsa alla commissione giustizia del Senato, «sia stata ascoltata», poiché le vittime di ogni tipo di abuso e violenza vanno aiutate. Ford, nel frattempo, viene descritta dai suoi legali come «senza rimpianti».
Per tutto il giorno centinaia di manifestanti sono scesi in strada contro la nomina davanti alla sede del Congresso e alla Corte Suprema, al grido di «non è adatto» e «non è finita qui». Per il leader della maggioranza Gop in Senato, Mitch McConnell, le proteste, insieme all'opposizione degli avversari, «stanno stimolando la base repubblicana»: «Voglio ringraziare la folla, sono riusciti dove noi incontravamo difficoltà». Nonostante sino a poco tempo fa Kavanaugh venisse considerato in modo bipartisan uno dei migliori giuristi americani, i democratici non mollano. E hanno assicurato che apriranno un'indagine sulle accuse di molestie e falsa testimonianza contro il giudice scelto da Trump, nel caso in cui conquistassero il controllo della Camera alle elezioni di midterm a inizio novembre.
Jerrold Nadler, il deputato di New York in corsa per diventare il presidente della commissione giustizia della Camera, ha spiegato che un'inchiesta è necessaria perché il Senato non ha rispettato il suo mandato costituzionale, e in gioco c'è la legittimità della Corte Suprema.
Il rischio, dopo l'aspra battaglia tra repubblicani e democratici che ha diviso il Paese, è secondo alcuni osservatori che il massimo organo giudiziario statunitense venga ora percepito come un'estensione della politica. «La Corte Suprema rischia di perdere la sua legittimità se non viene considerata imparziale», hanno detto Elena Kagan e Sonia Sotomayor, i due giudici nominati da Barack Obama.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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