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L'"assoluzione" di Matteo accende la sagra dei rosiconi

Da Saviano a Travaglio, la delusione di chi lo sognava al gabbio. E per i contestatori va comunque condannato

L'"assoluzione" di Matteo accende la sagra dei rosiconi

Il fronte antileghista è rimasto parecchio deluso dall'esito dell'udienza preliminare a Catania. L'accusa si sgretola (il pm ha chiesto l'archiviazione), il giudice rileva molte contraddizioni e per giunta tira in mezzo Conte, Di Maio e altri ministri, nessuno di loro leghista. La grande «rosicata» di chi sognava un processo per sequestro di persona per Salvini si consuma perlopiù in silenzio, ma in altri casi si manifesta in modo evidente. Qualcuno non trattiene la delusione, come Roberto Saviano, che la fa esondare sui social. «Salvini organizza uno show a Catania per rivendicare il diritto a privare migranti della loro libertà senza alcun motivo, se non quello di salvare una carriera politica già finita» sentenzia lo scrittore napoletano. Leggendo i giornali di area opposta alla Lega, poi, bisogna impegnarsi per capire cosa sia successo nell'aula del Tribunale di Catania. Su Repubblica il fatto che il pm abbia chiesto di archiviare è nascosta tra le righe del pezzo, completamente assente nella titolazione. Sul Manifesto Salvini, vincitore (insieme al suo avvocato Giulia Bongiorno) del primo round sulla Gregoretti, resta comunque «un leader sotto assedio». Ancora più acrobatica la scelta del Fatto Quotidiano, giornale solitamente molto scrupoloso nel riportare le vicende giudiziarie. Stavolta che è andata bene a Salvini, però, l'udienza preliminare diventa una questione secondaria. Il direttore Travaglio sceglie infatti di titolare sui pochi fan leghisti all'esterno del Tribunale di Catania (la Lega non aveva organizzato volutamente alcuna manifestazione fuori dal Tribunale) e il flop di chi lo voleva al gabbio per sequestro di persona, diventa invece il flop di Salvini che «sognava una piazza anti-giudici ma dopo l'udienza niente folla né martirio». Molto deluso anche l'inviato di Piazza Pulita, che in conferenza stampa ha chiesto a Salvini se almeno «a livello umano», visto che da quello giudiziario si mette male per i colpevolisti, non si sentisse «in imbarazzo per aver lasciato delle persone che scappavano dalla guerra per cinque giorni in mare in acque italiane».

Sicuramente affrante anche le Sardine, che non commentano direttamente l'esito dell'udienza ma, in contemporanea, twittano un «Restiamo umani» a proposito degli sbarchi a Lampedusa. Non l'hanno presa bene neppure le associazioni filo-Ong, antirazziste, centri sociali e sigle della sinistra estrema che si erano organizzate per contestare la Lega a Catania. Quelli di «Mai con Salvini - Sicilia», promotori della manifestazione (questa sì un mezzo flop) contro le politiche di odio e di discriminazione», provano a consolarsi condividendo il parere di un avvocato esperto di diritti umani, pubblicato sul sito della Adif-Associazione Diritti e Frontiere. «La privazione arbitraria della libertà personale dei naufraghi soccorsi da nave Gregoretti si può ricavare già in base alla legislazione italiana vigente a quel tempo, e tanto dovrebbero fare i giudici. Una decisione su questo caso stabilirà il livello effettivo di rispetto in Italia dello Stato di diritto». In sostanza, se i giudici non condanneranno Salvini, l'Italia non si potrà più considerare una vera democrazia. Ma altri fini giuristi avevano già la sentenza in tasca, senza bisogno di scomodare il gup di Catania. Ad esempio i giudici di Ballando con le stelle. Secondo lo stilista venezuelano Guillermo Mariotto, esperto di moda, «il gesto di Salvini contro i migranti è anticostituzionale. A mio avviso si è trattato di abuso di potere».

Parola di giudice.

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