L'abbraccio dell'Aquila: "Grazie Silvio"

Il Cavaliere accolto dagli abitanti aiutati in tempi record dal suo governo

L'abbraccio dell'Aquila: "Grazie Silvio"

nostro inviato a L'Aquila

Grazie Silvio, grazie per quanto di buono hai fatto per noi». Gli aquilani hanno stretto in un abbraccio caloroso il presidente Silvio Berlusconi, tornato nel capoluogo abruzzese a dieci anni di distanza dal sisma. «Sono molto commosso per questa visita», ha esordito dinanzi alla platea dell'auditorium dell'Ance ricambiando le svariate testimonianze di affetto culminate con il coro «Silvio, Silvio» in stile stadio.

Ma l'argomento sul quale il Cavaliere si è soffermato, oltre a ricordare le priorità del programma del centrodestra per le Regionali, è stato soprattutto quell'impegno preso quando era a Palazzo Chigi e che si è concretizzato in una soluzione a tempo di record dell'emergenza abitativa dei terremotati con il progetto Case. «Hanno detto che le casette sono venute a costare troppo: non è assolutamente vero, nessuno ha ricordato di dire che abbiamo fatto un primo piano di straordinaria garanzia per le scosse telluriche future e poi abbiamo adottato il mio metodo di quando ero costruttore e costruivo le mie città, cioè impegnare tre gruppi di persone per otto ore al giorno, invece di far lavorare un turno di sole 8 ore», ha ricordato. Nei circa 4500 alloggi antisismici distribuiti in 19 nuovi quartieri hanno trovato ospitalità 20mila sfollati.

Al termine della manifestazione Berlusconi ha voluto visitare una delle new town ed è stato accolto da una famiglia in uno dei tanti appartamenti del comprensorio. Un'anziana signora di 99 anni ha voluto stringergli la mano in segno di ringraziamento. «Si è trovata bene?», le ha chiesto il Cavaliere sottolineando che «è venuto fuori un bel quartiere, con il verde, abbiamo fatto una cosa buona; pensi che i terremotati del 2016 passano ancora le notti all'addiaccio». Questo è un grande cruccio per l'ex premier. «Dall'estero sono venuto a studiare questo tipo di organizzazione per far fronte a eventi drammatici e mi dispiace che i governi successivi non abbiano messo in pratica questi metodi», ha chiosato. Ecco perché Berlusconi ha evitato di tornare all'Aquila. «Temevo - ha spiegato - di essere troppo rattristato dal fatto che non era ultimata la nostra opera e poi perché temevo che ci fossero delle manifestazioni, che mi si assicurava fossero ben organizzate da parte della sinistra, tese a sminuire quello che avevamo fatto». Le polemiche gratuite lo hanno ferito.

«Ci hanno accusato di non avere neppure raccolto le macerie della strade dell'Aquila ma noi stavamo facendo anche questo, naturalmente con il nostro Genio militare» ha aggiunto precisando che «una deliberazione del consiglio comunale dell'Aquila, a maggioranza di sinistra, ci impose di arrestare l'opera di raccolta per affidarla a società locali» per favorire la ripresa delle attività.

Gli aquilani, però, sembrano aver compreso bene la differenza. «Senza la lungimiranza del progetto Case la nostra vita sarebbe stata diversa», commenta un giovane. Un riconoscimento postumo ma sincero.

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