Politica

L'Abc dei debiti affonda Giggino Colpa delle piantine da innaffiare

L'Abc degli sprechi. Abc sta per Acqua bene comune, uno dei «cavalli di battaglia» di Luigi de Magistris ( nella foto ) in campagna elettorale: via i privati dalla gestione dell'acqua. Peccato che tra pochi giorni sia in scadenza un bando da 270mila euro per innaffiare le piantine che si trovano negli uffici della società a San Felice a Cancello in provincia di Caserta. Uno scherzo? No. L'appalto biennale prevede espressamente questa faticosa incombenza oltre alla manutenzione del verde e di alcune strutture di supporto per la viabilità di emergenza. Intanto l'azienda soffre per il peso degli oneri previdenziali dei dipendenti. E... per le tante piantine da innaffiare.

Tutti la cercano, tutti la vogliono. Maria Elena Boschi è al centro dell'attenzione ben oltre il suo incarico da ministro. E allor Chi in edicola domani. «Mi meraviglio che abbia scelto proprio me, lo ringrazio», ha replicato Maria Elena che a Ravenna, ha ricevuto in omaggio un gioiello ( nella foto da ravennadintorni.it ) creato per celebrare il bonus 80 euro e chiamato «80 infinito». Infinito il bonus? Difficile. Infinito sem,bra invece il fascino irresistibile della bella ministro. MBas

Roberto Calderoli, addio macumba. A rivelarlo è Oggi , che documenta in esclusiva la cerimonia in cui il padre dell'ex ministro Cécile Kyenge, Clement Kikkoko ( nella foto ), invoca gli spiriti da cui il leghista si sente minacciato, affinché lo proteggano. Era stato lo stesso Calderoli dopo una serie di infortuni e guai come il serpente di due metri in cucina, a chiedere che gli venisse tolto il maleficio. Per il padre della Kyenge, capovillaggio nella Repubblica democratica del Congo, l'ex ministro del Carroccio non era ostaggio di un maleficio ma di alcuni spiriti maligni che lo avevano portato a paragonare la Kyenge a un orango. Da qui il rito riparatorio, con tanto di offerta agli avi per Roberto mon fils , («Roberto, mio figlio», sarebbe il trentanovesimo) e un lungo serpente di gomma agitato in aria. Scherzi a parte, Kyenge padre si fa serio: «Ha insultato Cécile e l'abbiamo perdonato, ora venga in Africa».

Una ferita ancora aperta nella storia del nostro Paese, una delle pagine più drammatiche: il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro. Se ne sono occupati in tanti, dal Parlamento fino al cinema ed ora, la ricostruzione fedele dell'agguato di via Fani, nel corso del quale nel 1978 venne rapito Aldo Moro e furono uccisi gli agenti della sua scorta, contenuta nel film del 2003 «Piazza delle Cinque lune» ( nella foto in alto ), potrebbe diventare un atto ufficiale. «Chiedo che possa essere acquisita come prova nelle indagini della nuova commissione di inchiesta che indaga sul rapimento e l'assassino del presidente della Democrazia cristiana da parte delle Brigate Rosse», spiega il regista del film, Renzo Martinelli ( nella foto in basso ), dal palco de «La Gardesana 2014» l'evento in programma a Desenzano del Garda (Brescia) fino al 5 settembre. Il regista, intervistato da Giovanni Terzi, ha raccontato come la scena dell'attentato sia stata «girata più volte utilizzando tutti gli elementi fotografici e le testimonianze raccolte dalla magistratura». Una ricostruzione, secondo Martinelli, «che smentisce nei fatti la versione ufficiale dell'inchiesta» e risulterebbe più accurata di quella ufficiale ma, spiega Martinelli, «nessuno ci ha mai convocato per analizzare quello che abbiamo provato sul campo». Una nuova commissione si sta attivando per fare luce su quei fatti anche grazie al libro scritto da Ferdinando Imposimato, giudice che seguì il caso Moro.

Ed ora, un aiuto per far luce su quella drammatica pagina, potrebbe arrivare anche dal cinema.

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