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L'alluvione non dà tregua: 13 morti, chiuse 250 strade. In 27mila senza corrente

Lo sforzo dei soccorritori nei 40 Comuni messi in ginocchio: 20mila sfollati L'allerta rossa non finisce.

L'alluvione non dà tregua: 13 morti, chiuse 250 strade. In 27mila senza corrente

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L'alluvione non dà tregua: 13 morti, chiuse 250 strade. In 27mila senza corrente

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L'Emilia Romagna, al suo terzo giorno di maltempo e con l'allerta rossa prorogata anche oggi, si risveglia nel fango e con la voglia di rialzarsi al più presto. Ma si ritrova a fare i conti con un bilancio delle vittime sempre più drammatico e non ancora definitivo, dal momento che il numero di eventuali dispersi non è stato ancora stabilito. La prefettura di Ravenna ha comunicato che i morti sono saliti a tredici, cinque in più rispetto a quelli conteggiati mercoledì, dopo che dalla lista dei nomi è stato sottratto quello di una persona ritenuta morta nella sua auto e che invece era riuscita a mettersi in salvo.

Ieri, invece, a Russi, in provincia di Ravenna, due agricoltori di 73 e 71 anni sono stati trovati morti nella loro abitazione completamente invasa dall'acqua. Potrebbero essere rimasti schiacciati da un frigorifero mentre cercavano di spostarlo. A Sant'Agata sul Santerno, sempre nel Ravennate, sono morti un anziano allettato e una donna al momento non identificata, mentre in un'abitazione di Castel Bolognese è stato trovato il corpo di un uomo che si sarebbe rifiutato di lasciare la propria casa all'arrivo delle acque. Un'altra persona risulta dispersa a Boncellino. Dopo le alluvioni che hanno sfigurato città e piccoli comuni, trasformando le strade in ammassi di detriti e fango, adesso si temono smottamenti e frane. La macchina dei soccorsi lavora a pieno ritmo per mettere al sicuro i cittadini, mentre migliaia di aziende sono in ginocchio. Anche se al momento sono difficili da quantificare, si stimano danni per miliardi. E l'emergenza è tutt'altro che finita. A Ravenna nella notte sono esondati altri corsi d'acqua, alcuni residenti sono stati fatti salire di nuovo sui tetti e sono state disposte altre evacuazioni. Dopo tutta la pioggia caduta - in alcune zone in 36 ore ne è venuta giù più della media dell'intero mese di maggio - si temono le piene di fiumi. Per questo, ma anche per il pericolo di nuovi smottamenti e frane, è stata prorogata l'allerta rossa su tutta la Romagna, la pianura bolognese-modenese e le colline montane dell'Emilia centrale e bolognese. Allerta arancione, invece, su pianura e costa ferrarese. Le scuole restano ancora chiuse. Più di 400 le strade interrotte da quello che il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha definito un «nuovo terremoto». Una quarantina i comuni colpiti dall'alluvione, oltre 20mila gli sfollati, soprattutto nelle province di Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna.

Un altro problema, adesso, è rappresentato dai black out: in Romagna sono 27mila le utenze disalimentate dalla rete elettrica. Anche le linee telefoniche sono fuori uso. Nelle zone alluvionate, poi, cominciano a esserci difficoltà a reperire cibo nei supermercati: molti esercizi sono chiusi e nei pochi aperti scarseggiano i rifornimenti anche a causa della chiusura della A14, che soltanto ieri è tornata transitabile, e di altre 250 strade. Criticità che ancora ieri hanno creato sei chilometri di coda tra Cesena nord e Faenza e nove sulla A1, all'altezza di Sasso Marconi, in direzione Firenze, per uno smottamento. Anche la circolazione dei treni non è ancora tornata alla normalità. Oggi le Ferrovie dello Stato hanno confermato la riduzione del numero delle corse, deviazioni e rallentamenti per i treni Alta Velocità, Intercity e regionali che percorrono le linee fra Firenze e Bologna, con ripercussioni sull'asse Milano-Roma e Venezia-Roma. Pesanti disagi anche sul litorale, in particolare su quello di Rimini, dove sono al lavoro le idro-pompe per liberare gli stabilimenti balneari dall'acqua del mare che, dopo le mareggiate di martedì e mercoledì, ha invaso 200 metri di spiaggia, arrivando fino alla strada. Il governatore Bonaccini ha firmato un'ordinanza per agevolare la rimozione dei detriti. «Ricostruiremo tutto.

Nessuno verrà lasciato solo», ha assicurato.

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