Roma - A volte ritornano. Almeno una volta all'anno. Come Gianfranco Fini. Fino a pochi anni fa, era in grado di convocare folle oceaniche a Mirabello. Ora dalle parti di Modena si ritrovano qualche centinaio di finiani non pentiti per assistere al pentimento pubblico del loro (ex) leader.
Dal palco, l'ex presidente della Camera tocca toni aulici, come riporta Il Secolo d'Italia : «La destra non deve parlare al ceto politico, ma rivolgersi alla sua comunità».
Su Twitter, però, lo stesso Gianfranco Fini confessa: «Il mio rapporto con la destra è problematico ma è la conseguenza di scelte che ho compiuto e che non si sono rivelate positive».
Per se stesso, Fini prova a ritagliare un profilo a metà strada fra l'ideologo ed il commentatore politico. La destra deve capire - dice - che «il mondo corre velocissimo». E deve adattare ai nuovi tempi quel «passato che non passa» che appartiene - come ricorda la cronaca del Secolo - al suo patrimonio storico ed ideale. Ciò non significa che per lui intravvede un nuovo futuro politico. «L'unica cosa che voglio - dice attraverso Twitter - è avere un luogo in cui poter esprimere le mie idee». E confida: «Sono in pace con la mia coscienza, consapevole delle mie scelte e anche dei miei errori. Non voglio candidarmi, dirigere o avere la tessera».
Ed aggiunge: «La destra, se vuole rinascere e poter tornare ad essere competitiva, ha bisogno di nuovi spunti culturali». Ed il suo contributo in tal senso è l'avvertimento: la Ue rischia di implodere se, da un sistema intergovernativo, non passa ad un sistema di «sovranità condivisa».
Già che c'è, da Mirabello, lancia ammonimenti al suo ex compagno di strada e di governo. Ad Angelino Alfano ricorda che «l'elettorato preferisce sempre l'originale alla fotocopia». E prevede che l'Ncd non avrà molto futuro.
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