Roma Centomila pensionati in piazza per difendere i propri assegni. E, al loro fianco, il leader della Cgil Maurizio Landini, pronto a sventolare lo spauracchio dello sciopero generale, ma pure il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, che ricolloca decisamente a sinistra l'epicentro dem.
La manifestazione, organizzata tra gli altri da Spi, Fnp e Uilp, ha scelto un luogo simbolo come piazza San Giovanni per gridare al governo «non siamo il nostro bancomat», uno degli slogan più gettonati di giornata. Inevitabile, con il «prelievo di solidarietà» alle porte - che colpirà le «pensioni d'oro» (tra i 100 e i 500mila euro annui), e con il conguaglio, che riguarderà tutti i percettori di un assegno che sia superiore a tre volte il trattamento minimo. Proprio il blocco della rivalutazione degli assegni previdenziali è tra i punti nel mirino di chi è sceso in piazza sotto il sole, come chiarisce un cartello eloquente: «Si scrive conguaglio, si legge vi abbiamo fregato i soldi». E se lo slogan di giornata era «dateci retta», ecco che a fare pressione sul governo provvedono i sindacati. Gigi Bonfanti e Ivan Pedretti, leader di Fnp e Spi, caldeggiano una mobilitazione che coinvolga tutte le categorie. E l'appello viene raccolto anche dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Landini, come detto, va diretto al punto, e dopo aver accomunato la manifestazione dei pensionati alle prossime mobilitazioni (lavoratori pubblici, metalmeccanici e Mezzogiorno) avverte Palazzo Chigi, fissando a giugno il termine per un confronto: «È chiaro che se il governo non ci ascolta e va avanti a fare una legge di Bilancio che va in un'altra direzione, insieme a Cisl e Uil valuteremo tutte le iniziative necessarie, senza escludere nulla». «Gli scioperi - aggiunge il leader Cgil - non si fanno contro qualcuno ma per ottenere qualcosa e cambiare la politica economica». Dura anche la segretaria generale Cisl, Annamaria Furlan, che paventa il rischio recessione, parla di «intollerabile scippo» ai pensionati e invita il governo a «cambiare la sua linea economica», un punto sul quale l'esecutivo però «sembra assolutamente sordo». Si unisce al coro la Uil con Carmelo Barbagallo, che si dice «al fianco di 16 milioni di pensionati utilizzati come bancomat dai governi» e promette: «Non ci fermeremo».
Insieme ai pensionati c'è anche il segretario dem, Zingaretti. Che da piazza San Giovanni spara ad alzo zero contro il governo. Che è «nel caos», manca «di una visione» e il cui bilancio, dopo un anno, per Zingaretti è «drammatico»: «Da oggi innanzi tutto calano le pensioni, il Paese si è fermato ed è a crescita zero, il debito pubblico è esploso, il costo del denaro che brucia miliardi che potevano essere investiti nell'economia».
Il numero uno del Partito democratico se la prende anche con la flat tax, che «eliminando la progressività aiuta i ricchi o chi sta meglio e colpisce chi sta peggio», mentre «noi - continua - crediamo che la prima emergenza sia il taglio delle tasse sul lavoro per i redditi più bassi, come primo grande segnale».
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