L'Aquila AI primi ad arrivare sono gli anziani. Prima ancora della stampa e delle autorità, fuori dall'ufficio di Poste Italiane, inaugurato ieri nel cuore del centro storico dell'Aquila, ci sono loro. Un capannello di teste canute che attendono con trepidazione il taglio del nastro. A dieci anni di distanza da uno dei terremoti più violenti che il Paese ricordi, si aggiunge un mattone alla ricostruzione della città rasa al suolo dal sisma del 2009. In corso Vittorio Emanuele II, a due passi dalla centralissima piazza Duomo, riapre lo storico ufficio di Poste.
Non è solo l'inaugurazione di uno spazio pubblico con sportelli polifunzionali e tecnologie di nuovissima generazione. Ed è qualcosa di più di un luogo dove ritrovarsi per scambiare due chiacchiere in attesa del proprio turno. È la manifestazione fisica dello Stato che torna vicino. «Per troppi anni ci siamo sentiti abbandonati, pensi che ci sono giorni in cui vengo a passeggiare qui in centro e sono completamente solo, gli unici a farmi compagnia sono i cani randagi», racconta un anziano arrivato dalla periferia dell'Aquila per presenziare all'evento. È questo il filo rosso che collega gli interventi di tutti quelli che si avvicendano sul palco. A partire dall'amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante. «Siamo felici ha detto l'ad di aver riportato un nostro ufficio postale in pieno centro storico, contribuendo così alla rinascita di una bellissima città e in particolare del suo nucleo urbano più antico». Anche il primo cittadino Pierluigi Bondi ha sottolineato «l'altissimo valore simbolico» della giornata. Uno sforzo che si va a sommare a quelli già affrontati dalla comunità aquilana nel corso di questi anni difficili. Significa «6mila persone rientrate nel centro storico e un incremento del 30% delle attività commerciali che hanno riaperto dentro le mura urbiche».
Ma c'è ancora tanto lavoro da fare, ammette Bondi, per ritornare ai livelli pre-sisma. «Ci sono tante case vuote, gli uffici non riaprono, scuole e chiese non le ricostruiscono, i cantieri sono fermi, di questo passo borbotta il gruppetto di vecchi aquilani che si è riunito sotto al palco . L'Aquila rinasce tra vent'anni». Concorda anche il governatore dell'Abruzzo, Marco Marsilio, che qualche giorno fa ha strappato al presidente Conte la promessa di un incontro: «Attendiamo con ansia che il governo ci convochi perché queste occasioni non siano più feste da celebrare ma divengano la normalità». Presenti anche Gianni Letta e l'arcivescovo dell'Aquila Giuseppe Petrocchi.
Stefano Patuanelli, ministro Sviluppo economico, ha sottolineato la necessità di adottare un Codice Unico della ricostruzione. «Lo Stato dovrebbe dotarsi di un Codice Unico che ci consenta di gestire le ricostruzioni in tempi certi e con strumenti adeguati».
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