Uno studia una vita, si distrugge tra i banchi dell'Università, rincorre professori irraggiungibili, studia testi a volte incomprensibili, sottolinea i manuali di verde di rosso di rosa di giallo, si ammazza tra una sigaretta e un caffè, frequenta corsi su corsi, master, specializzazioni per poi ritrovarsi con un titolo di studio in mano e fare lo scaccia uccelli in aeroporto. Sì, esatto, lo scaccia uccelli in aeroporto. La triste vita dei laureati. All'aeroporto Antonio Canova di Treviso, cercano uno «scacciatore» di volatili. Il motivo? In pista ce ne sono troppi e disturbano gli aerei che atterrano e decollano.
Nel portale dei servizi per l'impiego della Provincia di Treviso, trevisolavora.it, uno di quei portali che dovrebbe trovarti lavoro con un click, i cui centri costano seicento milioni di euro l'anno ma sono in grado di assicurare il lavoro solo al tre per cento dei richiedenti, cercano una figura professionale che abbia le seguenti caratteristiche. Sono richieste: «Predisposizione a stare da solo, patente B e buone capacità di guida, buona conoscenza dell'ambito naturalistico e ornitologico, buone capacità comunicative con terminologia chiara e perfettamente intellegibile, buone capacità visive e di udito, buona conoscenza di pc e tablet. Si richiede preferibilmente un titolo di studio a indirizzo biologico o naturalistico e conoscenza della lingua inglese».
Posti disponibili? Uno. Tipo di contratto? A tempo determinato. E ci mancherebbe, in base magari alle migrazioni degli uccelli. Nella dicitura corretta del profilo professionale si legge: «Addetto al controllo e allontanamento fauna dalle aree aeroportuali». Il candidato in sostanza, dovrà girare all'interno dello scalo a bordo di un mezzo dotato di un impianto bio-acustico. Cioè degli altoparlanti che emettono dei suoni e che sono in grado di disturbare gli uccelli. Ma che sono anche in grado di riprodurre il verso del «lupo cattivo», dei predatori, così da indurli ad allontanarsi e in fretta. Lo scalo dell'aeroporto, infatti, è circondato dal territorio protetto del Parco naturale del Sile dove i volatili abbondano. Anzi, per la presenza nella zona di numerosi allevamenti di pesci, uccelli ce ne sono a non finire. E lo scaccia uccelli deve saperli riconoscere, vedere e sentire. Il candidato quindi oltre a essere acuto di vista deve anche sentirci e alla grande. In ballo c'è la sicurezza degli aerei, che lì atterrano, decollano, e anche delle migliaia di persone che ogni giorno transitano per raggiungere altri capi del mondo. E il pericolo che un aereo impatti su un volatile non è da sottovalutare. Anzi gli hanno anche dato una denominazione, si chiama: wildlife strike. Ed è proprio l'Enac, l'ente nazionale per l'aviazione civile, a definire che cos'è. «Si intende l'impatto violento si legge nel sito ufficiale tra un aeromobile e uno o più volatili, con conseguenze di gravità più o meno rilevanti. È ormai ampiamente appurato che il rischio di collisione tra uccelli e aerei è un problema estremamente concreto e importante a causa degli altissimi costi, sia di natura umana che di tipo economico, che esso comporta per i vettori e per gli Stati Maggiori dell'Aeronautica di tutto il mondo.
Oggi, sia i volatili che gli aeromobili frequentano lo stesso spazio e quando si scontrano, le conseguenze degli impatti possono essere disastrose». E allora laureati di tutta Italia. Fatevi avanti. Ci sono gli uccelli da scacciare.
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