L' idea è quella di sempre: ricercare personalità che abbiano dimostrato concretamente, nella vita reale, di saper creare posti di lavoro e distribuire benessere. Da tempo Silvio Berlusconi va dicendo che vorrebbe alla guida dell'Italia non politici di professione, ma persone che nel lavoro, nell'impresa, nelle professioni abbiano dimostrato il proprio valore. Gli esempi evocati più volte - ai livelli massimi - sono quelli di Mario Draghi e Sergio Marchionne, non a caso accostati alla candidatura a premier.
L'ultimo rilancio è arrivato in una cena con il direttore di Libero, Vittorio Feltri, e con quello de Il Tempo, Gianmarco Chiocci. Una chiacchierata che i due direttori hanno riportato sui loro giornali lanciando la candidatura dell'amministratore delegato di Fiat Chrysler. «Per il centrodestra punto su Marchionne. Tra non molto gli scade il contratto negli Stati Uniti, e se ci pensate bene sarebbe l'ideale», dice Berlusconi secondo quanto riportano i due giornali. Se la mossa non riuscisse, aggiunge Berlusconi, la carta da giocare sarebbe lui stesso: «Come nel '94 sento di dovermi dedicare al Paese», il nuovo «male» da evitare è lasciare Palazzo Chigi al Movimento 5 Stelle.
Naturalmente anche solo l'evocazione del manager - considerato di simpatie renziane - fa scattare la reazione di Lega e Fratelli d'Italia, anche se da Forza Italia si specifica che quelle di Draghi, Calenda o Marchionne «non sono né candidature, né sottintendono contatti in corso». Per Matteo Salvini «Marchionne è uno che fino a ieri è andato a braccetto con Renzi. Ma non voglio commentare i nomi di Marchionne, di Montezemolo, di Draghi, di Calenda, noi stiamo lavorando sul programma: prima dei nomi le idee». Più affilata Giorgia Meloni: «Mi aspetto una smentita perché immaginare premier uno che paga le tasse in Svizzera, ha portato la sede legale della Fiat in Olanda e quella fiscale in Gran Bretagna significa aver perso la ragione».
Di certo dentro Forza Italia - dove si registra con favore la sentenza Contrada che sancisce un principio applicabile anche al caso Berlusconi - si fa notare che evocare nomi «renziani» contribuisce a creare scompiglio nel campo del Pd. E che Marchionne è l'identikit del candidato ideale, non una ipotesi in campo. Il presidente di Fi, comunque, continua a lavorare sui giovani da schierare nelle liste alle Politiche. La creazione di un centro studi del pensiero liberale, con alcuni ragazzi di Confindustria Giovani «che hanno trovato 21 coordinatori regionali e 110 coordinatori provinciali», è un primo passo.
Nei prossimi giorni ci sarà anche un evento di fund-raising - con cento imprenditori che verseranno ciascuno mille euro a testa - per rafforzare questo progetto. Così come qualche novità potrebbe riguardare la mappa dei coordinamenti regionali azzurri, così da mettere a punto al meglio la macchina organizzativa in vista dello sprint verso le Politiche.
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