MIlano - La mezzaluna e le 5 Stelle. È un'attrazione naturale quella fra i «grillini» e il «partito» dell'islam in Italia. Un'affinità elettiva ed elettorale, se è vero che il leader musulmano Davide Piccardo, alla Zanzara di Radio 24, ha annunciato il suo voto per il Movimento 5 Stelle e teorizzato la stessa scelta da parte di molti altri i fedeli islamici un tempo orientati a sinistra. Un percorso che Piccardo conosce bene, se è vero che, prima di essere coordinatore dei centri islamici milanesi (il Caim) è stato candidato alle penultime Comunali nelle liste di Sel a sostegno di Giuliano Pisapia, ottenendo circa 220 preferenze personali e risultando il decimo dei più votati nelle liste allora vendoliane. Non eletto, Piccardo si è dedicato alla religione e - anima e corpo - all'obiettivo di realizzare una moschea a Milano, sfiorando l'impresa grazie a un bando comunale che concedeva due aree comunali ad altrettante moschee ufficiali. Quel piano-moschee però si è arenato. Ufficialmente per la legge regionale che ha introdotto vincoli e paletti, in realtà soprattutto per la guerra interna ai centri islamici e per le incertezze di Pisapia e compagni. Grande delusione per Piccardo, che nel frattempo ha collezionato una serie notevole di «gaffe», per esempio difendendo personaggi impresentabili come Tareq Suwaidan, imam radicale cui il Viminale ha negato l'ingresso in Italia (le comunità ebraiche lo hanno definito «un predicatore d'odio della peggior specie»). Non è un caso che, sotto la sua gestione, si siano interrotti i rapporti fra centri islamici Caim e Comunità ebraica di Milano. Nel frattempo Piccardo ha trovato nei 5 Stelle posizioni congeniali alle sue idee. In primo luogo su Israele e il cosiddetto «antisionismo» ovviamente, soprattutto grazie al capogruppo Esteri Manlio Di Stefano (noto per la partecipazione al «festival di solidarietà col popolo palestinese» che aveva fra i suoi ospiti un altro imam, Al Bustany, che in precedenza aveva glorificato le azioni kamikaze contro Israele).
Davide, ormai ex Caim, è figlio d'arte. Il padre Hamza è fra i fondatori dell'Ucoii, l'Unione delle Comunità islamiche italiane. Entrambi sono grandi estimatori del «sultano» turco Recep Erdogan. Ed entrambi sono favorevoli alla poligamia, che Hamza ha chiesto come «diritto civile». Adesso sono al lavoro per una Costituente islamica, che proprio al Movimento dovrebbe ispirarsi.
Coi 5 Stelle intanto, a Torino, si candidano sia il responsabile dell'osservatorio della finanza islamica dell'Università Paolo Biancone, sia un certo Paolo Turati, un tempo sostenitore del centrodestra, che 5 mesi fa su Facebook profetizzava l'arrivo «in massa» degli «immigrati africani clandestini» nella «sua» Bardonecchia, città da «presidiare», un po' come nel Medioevo, quando - ha scritto - «i locali si dovettero asserragliare per decenni, in attesa che i Mori venissero scacciati manu militari».
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