La Lega a due velocità: Salvini boicotta l'inciucio ma lascia le porte aperte

Nel partito continua il dialogo con i 5 stelle E Giorgetti parla anche al centrodestra

La Lega a due velocità: Salvini boicotta l'inciucio ma lascia le porte aperte

Se non fosse un'espressione trita e ritrita, e comunque anche se lo è, riecco la Lega di lotta e di governo. Matteo Salvini te lo ritrovi già di mattina in diretta Facebook dal suo studio al Viminale, con le porte ancora aperte a M5S e il «no pasaran» rivolto al Pd al governo, con una particolare ostilità in direzione di Renzi e Giglio magico, che gli hanno rovinato la direttissima per le urne. Stile: guastatore. Giancarlo Giorgetti siede compassato al Meeting di Cl a Rimini e vola alto a un dibattito su «Le riforme istituzionali» al quale partecipa in streaming da Roma Graziano Delrio, impegnato nelle trattative per il governo giallorosso. Stile: pontiere.

Voci autorevoli della Lega assicurano che il dialogo con i Cinquestelle è ancora aperto. Ma almeno su una cosa Salvini e Giorgetti, non sempre in sintonia su tutto, sono concordi: la responsabilità di spegnere definitivamente la spina al governo gialloverde, di strappare il contratto e esporsi all'accusa di ribaltone e tradimento, ecco questa responsabilità, se ogni spiraglio risulterà definitivamente chiuso, dovrebbe ricadere su di loro, sugli altri, sui grillini. Nonostante lo strappo violentissimo dell'8 agosto. I tentativi di ricucire la Lega li ha fatti tutti, ripete anche il video che Salvini rilancia in rete: è il discorso all'uscita dal colloquio con il capo dello Stato, quello in cui ripete che «la via maestra resta il voto» ma che la Lega è disponibile a tornare al governo con M5S se i grillini, e Luigi di Maio in prima fila, sono disponibili.

«La piazza è troppo social ma il Palazzo è troppo asocial. Serve qualcosa che li connetta» dice Giorgetti. Nella sostanza le porte ai 5stelle restano aperte anche per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «Noi e i 5stelle siamo forze diverse ma entrambe d'opposizione. I 10 punti di Di Maio sono quasi tutti parte integrante del programma di governo con la Lega. Per Pd e 5stelle è un po' diverso». E ancora: «Attenzione a non sconnettersi nel palazzo dalla gente, perché io ho l'impressione che la gente veda questo governo in formazione come una manovra fine a se stessa». Seguono tante altre considerazioni che lasciano immaginare «un'opposizione» tutt'altro che morbida e che il trattamento ruvido, finora riservato al Pd, sia pronto a essere indirizzato ai Cinquestelle.

Salvini sui social si lascia coccolare dal suo popolo fedele, quello che nota persino il ciuffo fuori posto da Calimero stropicciato che ha «passato la notte in bianco», come temono le sciure che lo seguono a ogni post. Stropicciato ma pronto ad attaccare un esecutivo M5S e Pd che vedrebbe la Lega fuori dai giochi: «Rivedere al governo Renzi e Boschi no. C'è un minimo di dignità da preservare. Pur di evitare questo, dico che le porte e le vie del Signore e della Lega sono infinite».

Le porte della Lega sono infinite e ciò che trapela dagli spifferi è il desiderio forte e chiaro del suo segretario di rimanere ministro dell'Interno, di difendere i tanto controversi decreti Sicurezza. Ipotesi che al momento sembra incredibile, per la piega che ha preso la crisi, per il governo che comunque, tessera dopo tessera, sembra riuscire a smussare i confini scomposti del mosaico, anche se gli aspetti di imprevedibilità restano in ogni caso numerosi.

Nella Lega si torna a parlare anche di voto, a prescindere da quando arriverà, e di coalizioni future, che sembrano guardare in ogni caso verso il centrodestra. Il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, a Sky, mostra di non avere dubbi nel parlare di alleanze: «La Lega è nel centrodestra da sempre ed è normale che si parta da questo per poi allargare alle liste civiche».

Anche a Rimini, dove a margine del dibattito sulle riforme, Giorgetti si è confrontato con Maurizio Lupi e con la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, il tema dell'alleanza di centrodestra, sia pure ancora in embrione, è tornato nei colloqui tra gli esponenti di Forza Italia e Lega più vicini al mondo cattolico. Le regionali in Umbria di domenica 27 ottobre saranno il primo banco di prova. In autunno si voterà anche in Emilia Romagna. Scommesse.

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