Lega, la fronda anti Salvini si conta e guarda a Fi

Lega, la fronda anti Salvini si conta e guarda a Fi

Il luogo non è casuale. Il castello di Chignolo Po (Pavia), dove nel novembre del 1997 la Lega insediò il suo primo «Parlamento padano», nel quale il giovane Salvini ricopriva la carica di capogruppo dei «Comunisti padani» («Noi ci rapportiamo alle tematiche classiche della sinistra, dalla forte presenza statale alla liberalizzazione delle droghe leggere»). Stavolta invece, vent'anni esatti dopo, con l'autonomia del Nord diventata una questione secondaria nella Lega sovranista-nazionalista di Salvini. la vecchia bandiera indipendentista sventola per celebrare una sorta di congresso dell'opposizione interna al Carroccio, prova generale della corrente anti-salviniana per contarsi e organizzarsi (titolo: «Indipendenza o autonomia?», domani dalle 14.30 in poi). Il promotore è Gianni Fava, assessore della giunta Maroni, già sfidante di Salvini con la benedizione di Bobo Maroni - al congresso federale, nettamente sconfitto da Salvini. «Siamo minoranza nel consiglio federale, ma sono convinto che nella militanza leghista non siamo la minoranza, anzi spiega Fava - Ci saranno un sacco di militanti che rivendicheranno il sogno indipendentista, la Lega può cambiare pelle ma gli obiettivi per cui è nata restano attuali, ora più che mai. Soprattutto alla luce del referendum in cui 5 milioni e mezzo di lombardi e veneti hanno votato per l'autonomia». Sono previsti gli interventi di un rappresentante per ogni «nazione» (nel gergo leghista sono le regioni), dall'ex presidente del consiglio lombardo Davide Boni, al parlamentare romagnolo Gianluca Pini, a Roberto Cota (ex governatore del Piemonte), ovviamente a Fava, e poi altri, «io e i miei quattro straccioni» li chiama Fava citando Cossiga. Si punta a riempire la grande sala del castello, circa 500 posti. Le conclusioni sono affidate a Umberto Bossi, il fondatore in rotta di collisione con Salvini (l'ultima gentilezza che gli ha riservato è stata: «È una testa di c Vuole diventare premier ma primo non riuscirà mai. Non bisogna mai dare in mano una Ferrari a chi non sa guidarla»). Bossi annuncerà lì, in quel luogo simbolo del suo vecchio Carroccio, l'uscita dalla Lega? I rumors danno una versione diversa.

L'ex capo vuole vedere se si riesce ad organizzare una corrente interna, un gruppo di persone con cui candidarsi in quota minoranza autonomista, nelle liste delle Lega. In caso contrario, raccontano, potrebbe offrire quei voti ad altri. Forza Italia in primis.

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