Il Partito Democratico tira il freno sulla legge elettorale. E il centrodestra risponde convocando una riunione per provare a trovare la quadra al suo interno, dare subito un segnale forte all'esterno e presentarsi con una proposta condivisa.
La lunga, faticosa, difficile trattativa sul nuovo modello che dovrà tradurre in seggi il voto degli italiani nelle prossime elezioni (presumibilmente convocate in primavera) continua alla Camera, dove sotto l'impulso di Renato Brunetta, Forza Italia sta tentando di richiamare il Parlamento al dovere di disegnare un sistema omogeneo di elezione di deputati e senatori (attualmente c'è un premio alla lista a Montecitorio e un impianto che favorisce le coalizioni a Palazzo Madama). L'intenzione è quella di ripartire dal «Tedeschellum», ovvero il sistema proporzionale sul quale era già stato trovato l'accordo alla Camera tra i quattro maggiori partiti, prima che le divisioni interne al Movimento 5 Stelle e al Pd facessero saltare il tavolo.
Il nodo fondamentale e la vera incognita è rappresentata dal Pd che punta a rinviare il più possibile le urne, sperando che la ripresa economica gli venga in soccorso e lo riporti in partita. Una condizione di ambiguità rispetto all'urgenza della legge elettorale che potrebbe indurre il Nazareno a temporeggiare fino a dicembre. «Il Partito democratico ha chiesto questa mattina il rinvio della definizione del calendario dei lavori della Commissione Affari costituzionali della Camera sulla riforma della legge elettorale» spiega Brunetta. «Se fosse una pausa di riflessione nulla quaestio, se invece il differimento fosse espressione di volontà dilatoria, tesa a perdere tempo e far saltare tutto, quello dei dem sarebbe un comportamento grave, del quale si assumeranno tutte le responsabilità di fronte al presidente Sergio Mattarella, di fronte al Parlamento, e soprattutto di fronte al Paese».
«Il nostro auspicio è che il dibattito vada avanti con decisione e determinazione da parte di tutti. Proprio per questo, su mia iniziativa, le formazioni politiche del centrodestra della Camera dei deputati, si riuniranno, martedì 12 settembre a Montecitorio, per definire una proposta e linea unitaria che porti, alla ripresa dei lavori, al raggiungimento dell'obiettivo».
Il summit, fortemente voluto anche da Fratelli d'Italia, dovrebbe portare, intanto, a chiarire le posizioni interne al centrodestra. Forza Italia preferisce il sistema proporzionale alla tedesca. Fratelli d'Italia vorrebbe un sistema con una soglia più bassa del 5% che ancorasse i partiti a una coalizione. La Lega ha già votato il Tedeschellum, ma ora riapre al maggioritario, almeno stando a quanto dichiara Matteo Salvini. In questo senso c'è chi ritiene possa riprendere quota il Rosatellum, ovvero il sistema sponsorizzato dal Pd che prevede il 50% dei seggi con il maggioritario e il 50% con il proporzionale.
Il quadro, insomma, resta mobile e frastagliato. Forza Italia, forte dei sondaggi che danno il centrodestra saldamente in testa (secondo l'ultima rilevazione Swg è al 33,7%, con la Lega al 16% e Forza Italia al 13,4) si attesta sulle frequenze dell'ottimismo. «Da Lega, Ala, Sinistra Italiana e Articolo 1 vi è stata la disponibilità a votare il testo già portato in aula» dice Francesco Paolo Sisto. «A questa matura convergenza, il Pd ha risposto con una richiesta di rinvio. Ci auguriamo che questa pausa non dia adito a dubbi sulla loro reale volontà».
Sullo sfondo Silvio Berlusconi osserva le mosse parlamentari e si prepara alla rentrée prevista tra dieci giorni a Fiuggi alla convention di Antonio Tajani. Il presidente di Forza Italia è ritornato ieri a Merano per completare il programma di «remise en forme» che già lo ha portato a perdere dieci chili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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