Roma - «Due giorni fa è stata votata la proposta sul reato di propaganda del regime fascista. Questi quattro mesi avremmo potuto impiegarli a parlare di prevenzione contro il dissesto idrogeologico invece che rincorrere fantasmi del passato. Sarebbe stato meglio pensare ai vivi per non avere più morti sulla coscienza. Per chi ne ha ancora di coscienza».
Onorevole Catia Polidori, il dissesto idrogeologico a Livorno ha ancora una volta colpito duramente il nostro Paese. Cosa ha fatto in questi anni il Parlamento per la prevenzione?
«Ben poco. La storia d'Italia è disseminata da cataclismi dai quali istituzioni e cittadini non paiono imparare la lezione, se ogni volta va in scena lo stesso, identico dramma, scandito dalle stesse sterili polemiche, dal vergognoso scaricabarile, dai soliti inascoltati appelli scientifici e, purtroppo, dalle solite insufficienti risposte politiche. L'Italia è così: pronta e generosa nell'emergenza, pervicacemente deficitaria nell'opera di prevenzione».
Lei nel 2013 si fece promotrice di un disegno di legge ad hoc.
«Sì, per la razionalizzazione della gestione delle acque e l'istituzione di un Comitato per il riordino delle norme in materia di distribuzione delle risorse idriche per usi potabili e di raccolta delle acque reflue. Certo, la sua celere approvazione non sarebbe stata risolutiva, ma senz'altro avrebbe contribuito a mettere mano a un importante deficit infrastrutturale e dotato il Paese di un articolato piano nazionale di ammodernamento delle reti idriche e fognarie, che fanno acqua da tutte le parti con un enorme spreco di oro blu e un altrettanto grande sperpero di denaro pubblico e privato».
Quale esito ha avuto la sua proposta?
«Giace da anni in un cassetto della commissione Ambiente. Del resto se sei all'opposizione di una maggioranza scarsamente lungimirante e incline alla collaborazione puoi sfornare le migliori proposte del mondo, queste saranno bellamente ignorate. Ci fosse almeno un collega di sinistra disposto a redigerne una simile. Forza Italia non è mai stata per il tanto peggio, tanto meglio: sarebbe pronta a sostenerla. All'Italia non servono slogan che poi finiscono nel dimenticatoio. Le famiglie di Livorno non ne hanno bisogno».
Da quale premessa parte la sua proposta?
«Il Santo Padre sostiene che gli scienziati dicono chiaramente la strada da seguire e tutti noi abbiamo una responsabilità morale. I politici hanno la loro. Ha ragione. Il testo di legge muove da una constatazione nuda e cruda: le reti sono fatiscenti e ridotte a un colabrodo. Vanno ammodernate, come chiede anche l'Europa. Il tasso di perdita negli acquedotti sfiora il 40%. Deteniamo il record europeo, ma in negativo. Tale deficit ha un costo stimato di 3,9-5,2 miliardi».
La maggioranza adesso le sembra disposta ad ascoltare?
«Io spero che questa ennesima tragedia serva almeno a far aprire gli occhi. Se avessimo riparato i buchi della rete idrica, non avremmo dovuto prosciugare i laghi e frazionare l'acqua. Se questa fosse adeguatamente regimentata non si verificherebbero infiltrazioni né smottamenti. Se i corsi d'acqua fossero rispettati anziché costretti in pareti o addirittura tombati non ci sarebbero le esondazioni e non piangeremmo morti. Non è la natura a essere matrigna. Serve un nuovo patto tra uomo e ambiente, che si sta ribellando all'incuria e allo sfruttamento».
Molti pensano che un investimento importante non si farà mai perché la prevenzione non porta consensi immediati.
«Al Paese serve disperatamente una
politica del fare, che, anziché elargire bonus a destra e a manca come fatto dai governi di centrosinistra, sappia farsi carico di investire risorse laddove serve davvero. Soprattutto quando ci sono vite umane di mezzo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.