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"Una scatola vuota...". La mossa che scatena la guerra tra i 5s

Giuseppe Conte esalta l'emendamento alla manovra sulle delocalizzazioni, voluto dalla fedelissima Alessandra Todde, ma dentro il M5S non tutti lo vedono come un successo...

"Una scatola vuota...". La mossa che scatena la guerra tra i 5s

“La Viceministra Alessandra Todde ha lavorato in questi mesi per raggiungere una sintesi nel segno della responsabilità sociale delle imprese, tema che sta particolarmente a cuore al Movimento 5 Stelle”. Così il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha espresso su Facebook la sua soddisfazione per l’intesa raggiunta nel governo sull'emendamento alla manovra sulle delocalizzazioni.

“Una sintesi che non vuole essere punitiva per le imprese e che non vuole incatenarle in alcun modo. È una soluzione ragionevole, che comporta il rispetto di un percorso, che tutela i lavoratori e che mette un primo argine importante alle delocalizzazioni”, ha chiosato l'ex premier.

“In realtà, si tratta di una scatola vuota”, dice a ilGiornale.it un grillino di primo piano, parlando rigorosamente a taccuini chiusi. La sensazione tra i pentastellati, infatti, è che, in realtà, il M5S non abbia toccato palla neppure stavolta. “L'emendamento della Todde va a tamponare un po' la situazione e certamente va a favore dei lavoratori”, sottolinea il senatore Sergio Romagnoli, primo firmatario di un disegno di legge sulle delocalizzazioni che aggiunge: “Io lo voterò, ma non intendo, come invece mi è stato chiesto, fare un sub-emendamento perché il mio disegno di legge parte da un paradigma totalmente diverso”. La proposta di Romagnoli tende a favorire, attraverso meccanismi di defiscalizzazione, le aziende che che decidono di restare o di ritornare nel nostro Paese. “Perché non premiare l'azienda che rimane e combatte sul territorio?”, si chiede Romagnoli che ci tiene a precisare: “Il mio disegno di legge non è contro l'emendamento della Todde, ma va a completare il discorso sulle delocalizzazioni”. Un tema assai caro ai Cinquestelle dato che Luigi Di Maio, quando ricopriva l'incarico di ministro del Lavoro e del Mise nel governo gialloverde, introdusse all'articolo 5 del decreto Dignità una norma in base alla quale aziende che decidono di delocalizzare all'estero, sono tenute a restituire i soldi che eventualmente hanno preso in precedenza dallo Stato.

“Anche stavolta hanno risolto tutto con l'ennesima multa per le imprese. Multa che, probabilmente, neanche pagheranno perché sicuramente troveranno l'inghippo per aggirare anche questa norma”, commenta l'ex M5S, il senatore Emanuele Dessì che, a malincuore, dice: “I Cinquestelle aveva l'equità al centro, mentre ora non è più così.

Da loro ci aspettavamo tanto tutti quanti e, invece, neppure stavolta si sono saputi imporre al tavolo delle trattative”.

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