È il primo G20 in un Paese arabo e aveva in programma un'idea ambiziosa tutta proiettata sul futuro: iniziare a discutere di un sistema di tassazione globale all'altezza dell'economia digitale. Ma il summit delle 20 economie più forti del pianeta iniziato ieri in Arabia Saudita è caduto in piena crisi coronavirus e i ministri economici delle 20 economie più forti del pianeta hanno discusso praticamente solo di come affrontare un'emergenza senza precedenti.
Il coronavirus è un fenomeno globale dagli effetti difficili da quantificare e la risposta deve essere la «cooperazione globale», ha ammesso la direttrice Kristalina Georgieva proponendo al G20 le sue stime riviste sul Pil globale: meno 0,1%, con la Cina che potrebbe perdere lo 0,4% di crescita a causa del virus. Stime che si basano su uno scenario ottimistico, con il virus sotto controllo e l'economia cinese che si riprende nel secondo trimestre dell'anno. Tuttavia, ha aggiunto, «stiamo anche valutando scenari più catastrofici».
Le stime fornite da Georgieva sembrano ottimistiche ed è lo stesso Fmi a mettere le mani avanti: «Stiamo ancora imparando come questo complesso virus si diffonde e le incertezze sono troppo grandi per consentire previsioni affidabili».
La valutazione delle ricadute del virus sull'economia è comunque passata in secondo piano rispetto alla gestione dell'emergenza dal punto di vista umanitario ed economico.
Lo stesso Fondo monetario ha assicurato il suo sostegno alle autorità cinesi «che stanno lavorando per mitigare l'impatto negativo sull'economia, con misure di contrasto alla crisi, disponibilità di liquidità, misure fiscali e di sostegno finanziario». Il ministro delle Finanze giapponese, Taro Aso, ha spiegato che i Paesi del G20 stanno concordando la necessità di un coordinamento per rispondere al nuovo coronavirus.
Se la ricetta delle economie più forti sarà un taglio generalizzato ai tassi di interesse o altri stimoli per evitare una frenata troppo brusca dell'economia globale è presto per saperlo.
Ma ci saranno effetti anche sui bilanci degli Stati più colpiti e anche questo aspetto dovrà essere affrontato, soprattutto nella Unione europea, dove è in discussione il bilancio comunitario e la riforma della governance.
In Italia iniziano ad arrivare richieste precise di aiuto. Il Consiglio nazionale dei commercialisti ha chiesto al ministero dell'Economia Roberto Gualtieri di «sospendere i versamenti e gli adempimenti tributari» per chi è residente nelle aree interessate dalle misure di quarantena introdotte per contrastare la diffusione del coronavirus. Allarme anche dal settore del turismo, mentre i sindacati, con la leader della Cisl Annamaria Furlan, chiedono un incontro con il governo.
Le aziende sono alle prese con le misure di precauzione, soprattutto nel caso di dipendenti che abitano nelle aree messe in sicurezza.Le imprese del Nord est, soprattutto quelle che lavorano con forniture estere. Ora, vista l'evoluzione «peserà anche «l'effetto psicologico», ha spigato Paolo Zabeo dell'ufficio studi della Cgia di Mestre.
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